Dakota Fanning ha definito Brittany Murphy un “raggio di sole”, e così tutti coloro che hanno avuto modo di lavorarvi assieme. Nata il 10 novembre del 1977, la Murphy si è fatta conoscere tramite Clueless, Ragazze interrotte, 8 Mile; una carriera cinematografica promettente, un tappeto rosso steso davanti a sé pronto solo a essere calcato.
Ma purtroppo i sogni di Brittany furono infranti da un’improvvisa morte, avvenuta il 20 dicembre 2009, che ha tutta l’aria di non essere accidentale.
“Mamma, non riesco a respirare! Aiutami!”: le ultime parole di Brittany Murphy
È il grido che Brittany, 32 anni, lancia alla madre dal bagno di casa propria, a Los Angeles, alle 8 del mattino. La donna accorre in aiuto della figlia e chiama il 911, mentre il marito, Simon Monjack, tenta di rianimarla. Continuano i paramedici, che la trasportano d’urgenza al Cedars Sinai Medical Center, ma non c’è niente da fare: Brittany Murphy viene dichiarata morta due ore dopo. La causa del decesso è una polmonite, che solo cinque mesi dopo spedirà al cimitero anche Simon.
Ma i famigliari di Brittany non hanno mai creduto all’ipotesi della morte accidentale: ritenevano invece che le cause fossero da cercare sul set di Ragazze interrotte, dove l’attrice aveva conosciuto la produttrice Julia Davis, già informatrice per il governo statunitense riguardo atti di corruzione interna contro cui era stata mossa un’accusa di terrorismo. Una delle 54 indagini aperte contro la produttrice la accusava di negligenza nei confronti del governo, e vedeva coinvolta proprio Brittany Murphy come persona informata sui fatti. Ma la giovane attrice smentisce fermamente di essere a conoscenza della cosa, e i tabloid cominciano a massacrarla: manipolano ogni sua dichiarazione e insinuano che soffra di bulimia.
Dopo la morte: l’autopsia
Quando i paramedici giungono a casa di Brittany la trovano in una pozza di vomito; impossibile che sia morta per una semplice polmonite: occorre un’autopsia, che rivela la presenza di un mix di farmaci nello stomaco e che confermerebbe perciò il rigetto. Tuttavia l’attrice aveva una folle paura della morte, e non prendeva farmaci se non prescritti dal proprio medico per timore delle conseguenze. Il padre chiede allora che il cadavere della ragazza venga riesumato proprio per confutare le voci che la volevano tossicodipendente e per confermarne invece l’avvelenamento volontario.
A occuparsi dell’analisi saranno due diversi laboratori che confermeranno la presenza di almeno dieci metalli diversi sui capelli di Brittany, tra cui l’antimonio, molto simile all’arsenico, e il bario, che portano a un accorciarsi della vita e a sintomi quali polmonite e vomito. Sarà proprio l’OMS a confermare che un’elevata presenza di queste sostanze sul corpo di una persona sia dovuta a somministrazione da parte di terzi con intenti criminali.
La morte di Brittany Murphy resta un mistero dopo più di dieci anni, nonostante tutte le coincidenze troppo strane e inquietanti. Una giovane promessa del cinema, strappata prematuramente alla vita, è rimasta senza pace e senza giustizia, lasciando solo un ricordo indelebile e malinconico nei cuori e nei ricordi di tutti.
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Crediti fotografici: cinema.icrewplay.com, defamer.gawker.com, gossip.fanpage.it.
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