Bruce Springsteen | Debutto alla regia

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Di Redazione Metropolitan

Bruce Springsteen, “The Boss”, al debutto alla regia con “Western stars”.

La condizione critica sulla quale riversa la politica americana è ormai fatto noto. Il ciuffato presidente Donald Trump è vessato energicamente da continue rimostranze che criticano il suo operato che fin d’ora ha deluso gran parte dell’elettorato. Gaf, decisioni controverse e inspiegabili acconciature ormai imperversano imperterrite al pentagono e attirano il malcontento di una popolazione che forse mai come adesso si sente abbandonata istituzionalmente dall’autorità che più di tutte, un gradino sotto Dio, rappresenta lo spirito americano. Sopra tutti, un uomo mantiene lo scettro della contastazione e si avvale della sua posizione privilegiata per sferrare contumelie attaverso la sua arte al contestato paperone. L’epiteto che lo contraddistingue, d’altronde, non lascia spazio a dubbi e incertezze riguardo la sua permeabilità popolare, lui è “The Boss”, il grande Bruce Springsteen.

Bruce Springsteen foto dal web. Bruce Springsteen
Bruce Springsteen foto dal web

Bruce Springsteen torbidamente avvelenato dall’amministrazione statunitense, non rimane obnubilato dalla contestazione e non pago degli innumerevoli successi che hanno contraddistinto il suo percorso autoriale, a settant’anni si mette ancora alla prova debuttando alla regia cinematografica con “Western stars”. Uscito il venticinque ottobre oltreatlantico è un diario audiovisivo che ha come protagonista i brani del cantastorie americano tratti dall’ultimo omonimo disco del Boss. Girato sotto il soffitto a cattedrale dell’iconica centenaria Stone Hill Farm di sua proprietà e co-diretto insieme al suo collaboratore Thom Zimny, con il quale si ricorda la collaborazione per il documentario “The Promise:The Making of Darkness on the Edge of Town”, il film è un lungo racconto che ripercorre le ansie e le inquietudini dell’artista che coincidono taoismamente con quelle del popolo americano di cui racconta la vita, quella vera, degli umili, dei diseredati, segnando un solco abissale col leggendario sogno americano, illusorio e meschino.

Bruce Springsteen foto dal web. Bruce Springsteen
Bruce Springsteen foto dal web

Presentato al festival del cinema di Roma è il compendio di un mito americano accostato a Elvis Presley e Bob Dylan per la forza del racconto e la pregnanza della musica, archetipo e rappresentante dell’“heartland rock“, debole pedina carnale afflitta dalla psicologorante depressione, fedele baluardo del diritto di essere umani in un’America disumana e vile. Elogiato dalla critica è l’ennesima attesa per un’altra operazione straordinaria di Bruce Springsteen, figlio della gente che soffre e spera, che ascolta il Boss e si commuove.