Bryan Adams nasce a Kingston il 5 novembre 1969. Principalmente conosciuto come musicista dai numeri record, è anche da anni uno tra i più acclamati fotografi al mondo e un attivista sempre impegnato per il sociale e per l’ambiente. Se anche la musica da sola può essere considerata come una forma di filantropia, Bryan Adams non si accontenta di regalare al mondo solo musica.
Bryan Adams, l’album “Cuts like a knife” e la consacrazione sulla scena musicale mondiale
Bryan Adams si fa conoscere dal mondo con “Reckless”, il suo quarto album uscito nel 1984 sotto la A&M Records. Da qui, anche “Cuts like a knife”, pubblicato l’anno precedente, ottiene successo mondiale. Vende circa 4 milioni di copie e verrà da lì in poi considerato come uno degli album più belli di sempre. Prodotto al Little Mountain Sound Studios di Vancouver, “Cuts like a knife” si compone di dieci tracce, tre delle quali uscite come singoli. Considerato come un piccolo diamante, l’album arriva davvero al dunque. I suoni sono dritti, la voce è tagliente, i testi sono eroici.
Anche tracce come “Straight from the heart”, o la conclusiva “The best was yet to come”, pur nell’atmosfera della ballad, riescono comunque a toccare il punto ruvido giusto. Quel ragazzo biondino con il chiodo che appare nel videoclip di “Cuts like a knife” conquista il mondo, sì, ma lo fa con gentilezza. Lo stesso ragazzo, un po’ più grande, che canta “Heaven” al concerto di Wembley del 1996, lo fa con la stessa presenza gentile. Bryan Adams non ha mai voluto dimostrare niente: ha sempre cercato di seguire bene sé stesso, senza compromessi. Compra la prima chitarra da solo, grazie ai soldi guadagnati dal suo doppio lavoro, e si lancia nel mondo. La sua unica vera intenzione è sempre stata quella di dare agli altri quello che teneva dentro.
Bryan Adams Photography, il progetto fotografico
Bryan Adams però non si è mai limitato solo alla musica. Attentissimo all’umanità e al prossimo, dona ai fan non soltanto i propri suoni, ma anche il proprio modo di vedere le cose: da molti anni conduce infatti, in parallelo alla musica, una vincente carriera come fotografo. Sul suo sito fotografico, Bryan Adams Photografy, troviamo i suoi maggiori progetti: “Pirelli calendar”, “Homeless”, “Untitled”, “Wounded: the legacy of war” e “Exposed”.
Lavora attualmente per diverse riviste internazionali e per alcuni tra i più famosi brand di abbigliamento. Il tocco fotografico di Bryan Adams è penetrante e al tempo stesso delicato: cattura l’essenziale senza trascurare nulla. Iconiche, per esempio, le foto scattate ad Amy Winehouse per I-D Magazine nel 2008: sembrano cogliere in un lampo tutta la purezza e l’ingenuità della giovane cantante, ma anche tutta la sua fragilità.
La Bryan Adams Foundation e l’impegno umanitario
I guadagni derivati dall’attività fotografica di Bryan Adams sono tutti devoluti alla Bryan Adams Foundation, una fondazione che ha come obiettivo primario quello di permettere l’istruzione a bambini e a giovani in tutto il mondo che si trovano in situazioni difficili. Ma non solo: la Bryan Adams Foundation fornisce anche contributi per progetti a sostegno degli anziani, delle vittime di guerra e di coloro che soffrono di malattie mentali o fisiche.
Sempre presente ai concerti di beneficenza, il rocker si dichiara inoltre vegetariano da trent’anni ed è molto impegnato anche nell’attivismo a favore dei diritti degli animali. Insomma: Adams è davvero un filantropo travestito da rockstar. È un essere umano animato da una sensibilità rara. L’uscita del suo nuovo album è prevista per l’11 marzo 2022. Nel frattempo, il singolo omonimo “So happy it hurts” è già fuori, pronto per il nostro ascolto.
Immagine di copertina © Wilbros Live
Marta Barone
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