Bufera in Brasile per la decisione della Marina di affondare nell’Oceano Atlantico l’ex portaerei Foch, piena di amianto, vernici e altri rifiuti tossici.
Com’era prevedibile, la scelta del governo ha suscitato l’ira degli ambientalisti dal momento che la portaerei contiene tonnellate di amianto, metalli pesanti e altri materiali tossici che, disperdendosi nelle acque oceaniche, andranno a inquinare la catena alimentare marina.
Il gruppo ambientalista francese Robin des Bois, riporta l’agenzia Afp, ha definito la nave un “pacco tossico da 30mila tonnellate”. La portaerei è stata costruita alla fine degli anni Cinquanta in Francia e ha preso parte ai primi test nucleari nel Pacifico e a diversi scenari di crisi in Africa, Medio Oriente ed ex Jugoslavia. Il Brasile l’ha acquistata per 12 milioni di dollari nel 2000. Ma un incendio scoppiato a bordo nel 2005 ne ha accelerato il declino rendendola obsoleta. L’anno scorso, il Brasile ha autorizzato la ditta turca Sok Denizcilik a smantellarla per ricavarne gli scarti metallici, ma successivamente le autorità ambientali turche hanno bloccato il piano mentre la nave era già diretta verso i cantieri turchi.
“L’affondamento pianificato e controllato è avvenuto nel tardo pomeriggio di venerdì” a circa 350 km dalla costa brasiliana, in un’area “di circa 5.000 metri di profondità“, ha spiegato la Marina in una nota. La decisione è stata presa a causa dello stato molto degradato dell’imbarcazione lunga 266 metri, descritta come “pacco tossico da 30.000 tonnellate” dall’associazione Robin des Bois.
“Di fronte ai rischi connessi al traino e a causa del deterioramento dello scafo, l’unica soluzione è abbandonarla affondandola in modo controllato,” ha spiegato mercoledì la Marina in un comunicato stampa congiunto con il Ministero della Difesa brasiliano.
Il Pubblico ministero federale, che ha cercato di bloccare l’operazione, ha avvertito sulle conseguenze, sottolineando che la portaerei “contiene 9,6 tonnellate di amianto, una sostanza potenzialmente tossica e cancerogena, oltre a 644 tonnellate di inchiostri e altri materiali pericolosi“. Sussiste il “rischio di gravi danni ambientali, in particolare perché lo scafo è danneggiato“, ha evidenziato il pubblico ministero.