Fiorentina, qual è la posizione giusta per Callejon?

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Di Redazione Metropolitan

José Maria Callejon, arrivato in viola da svincolato quest’estate dopo 7 stagioni al Napoli (Getty)

Siamo al punto di non ritorno in casa Fiorentina. La prestazione offerta con il Padova in Coppa Italia ha suscitato ancora più dubbi sulla permanenza sulla panchina viola di mister Beppe Iachini. L’avversario è di quelli non semplici: la Roma di Dzeko, Pedro e Mkhitaryan. Ma avversari di Serie B (anzi C) per la Fiorentina non sembrano comunque esistere. La Fiorentina va in apprensione in ogni singolo match e questo non può che lasciare strascichi negativi sulle prestazioni dei viola. La squadra non gira e bisogna capire il perché. È un problema legato solo ad aspetti mentali o manca un equilibrio tattico? Sono corrette le posizioni in campo di Amrabat e Callejon?

Fiorentina, le sirene interne non aiutano

Lavoro arduo per Beppe Iachini e i suoi: nasce l’urgenza di costruire un argine in grado di dare un taglio al fiume di critiche che, ora come non mai, imperversano il già instabile ambiente fiorentino. La pazienza sembra aver raggiunto il limite. Si possono ancora passare le prestazioni non proprio idilliache di un campionato con più bassi che alti della banda Iachini, ma nel mercoledì di Coppa (Italia naturalmente) il patimento ha assunto conformazioni esagerate. Non si può tollerare una Fiorentina protagonista di un thriller inaspettato davanti ad un avversario di due categorie inferiori. Inutile, dunque, raccontare quale sia il pensiero del mondo viola in merito ai risultati raggiunti dalla guida tecnica. Come è, allo stesso tempo, quasi ripetitivo dire che la posizione del “tecnico col cappello” rimanga sempre più in bilico.

Si può però arrivare ad una conclusione che man mano inizia a palesarsi sempre più: la Fiorentina ha il diritto di esprimere vittimismo. Non si parla però di quello classico da tifoso da bar sulle classiche errate e delle decisioni della combo terna arbitrale più Var. I problemi nascono dalle viscere. La comunicazione chiara e unitaria sembra essere un optional tra gli addetti ai lavori del club, in particolare tra l’allenatore e il ds Daniele Pradé. I due sembrano lavorare per società diverse, con filosofie differenti. Mentre il primo si mostra più incline a esplorare le caratteristiche dei suoi per raggiungere un equilibrio tra i reparti, il secondo sogna una Fiorentina dedita più a un incessante forcing offensivo. Niente di più inconciliabile, se l’obiettivo è quello di creare una partnership vincente. Molto probabilmente si tratta di un feeling scoppiato soltanto nelle meningi di Rocco Commisso, accanito (almeno fino a qualche settimana fa) sostenitore di una continuità con la scorsa stagione, poco utile alla crescita di un progetto sulla carta ambizioso.

Come sprecare Callejon e Amrabat

Le incomprensioni portano quindi a lineups da cui non si può pretendere chissà che da alcuni “poveri” interpreti schierati in ruoli a loro poco congeniali. Vedi Amrabat, che da regista ricorda un certo Ed Wood (non proprio uno con la fama da Oscar). L’ex Verona è venuto alla corte viola per scardinare le serrature avversarie, come ha fatto benissimo in riva all’Adige, non a fare il custode. A lui non interessa mantenere le chiavi di niente, ma evidentemente a Iachini ciò viene in secondo piano. Analogo discorso anche per José Maria Callejon.

Riuscirà lo spagnolo ad adattarsi a un ruolo interpretato in passato ma ad oggi totalmente da rispolverare? Ok, grazie a lui la Fiorentina ha evitato una figuraccia, ma sarebbe disposto poi a farlo in futuro? Appare chiaro che quel ruolo non lo senta suo. Iachini però fatica ancora a trovare la coppia perfetta e, visto il rendimento di alcuni dei suoi, molto probabilmente dovrà ancora sperimentare. Si spera di non arrivare a un tandem improbabile con l’ex Napoli e Ribery che equivarrebbe a una bocciatura pesante per tutti i giovani attaccanti viola.

La trasferta a Roma sancirà l’esordio da titolare di uno dei colpi last minute messi a segno nell’ultima sessione di mercato, ovvero Lucas Martinez Quarta. L’ex River Plate si è fatto trovare pronto lo scorso turno sostituendo a partita in corso lo sfortunato German Pezzella. Il capitano però non ce l’ha fatta a recuperare e dunque resterà fermo ai box per l’ennesima in questa stagione. Martinez Quarta si posizionerà sul lato destro del terzetto difensivo, dove dalla parte opposta è confermato Martin Caceres. Al centro troviamo invece Nikola Milenkovic, pronto a guidare con sicurezza una retroguardia ancora in via di definizione.

Come già detto, Amrabat proverà a fare il play in mezzo al campo, mentre Bonaventura e Castrovilli sanno perfettamente cosa fare e forse rappresentano le uniche certezze dal punto di vista tattico in questo frangente di alti e bassi. Sugli esterni favorito Lirola nel classico dei derby ispanici sulla fascia destra, con Callejon non a conoscenza della posizione in cui verrà schierato partendo dalla panchina. Titolarissimo invece Cristiano Biraghi, sempre propositivo in fase offensiva e ormai quasi sempre coinvolto nei gol dei suoi. A chiudere il 3-5-2 disegnato da Iachini ci sarà Ribery, già positivo al rientro contro il Padova, e al momento Kouamé, ma si sa che tutto potrebbe ribaltarsi da un momento all’altro.

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