Fabio Macagnino, architetto, si dedica alla musica e lo fa dando vita a Candalìa, il nuovo album prodotto da Sveva Edizioni. Vi invitiamo a conoscere ed ascoltare il suo nuovo lavoro.
Fabio Macagnino: andiamo a conoscere un artista nuovo, che unisce dialetto calabrese a suoni europei, creando ritmi innovativi.
Il musicista calabrese ha presentato già il suo album al Kaoulonia Tarantella Festival, diretto da Mimmo Cavallaro.
Candalìa non è solo il titolo dell’album ma un concept che tocca molteplici argomenti che stanno da tempo nel cuore dell’artista calabrese.
Si potrebbe sintetizzare in pochi aggettivi l’intero album: i desideri, i sogni, il sud in rapporto al nord, la sensualità e l’amore.
Sono questi temi che Macagnino affronta con la tipica calma degli uomini del sud; rallentando, indugiando e ”candalijando”, termine dialettale che appunto cullarsi, questa vita frenetica.
Il termine calabrese ‘candalijarsi’ può indicare l’occasione per un calmo viaggio dentro se stessi, per lasciare venire a galla sogni e desideri abbandonati, per inseguire una musica sconosciuta ma familiare.
Dieci sono le tracce dell’album, di cui sette inediti e tre rivisitazioni di brani già noti, come Canzuni duci, già contenuto in “Cosmopolitana mama”, Suli e Carma.
Il primo brano che incontriamo è, per l’appunto, I sogni, tema al centro dell’album, che ci conduce nella sfera dell’onirico, vissuto dal punto di vista maturo dell’autore.
Abbiamo poi Ricominciare, un invito a una nuova vita cantano con rabbia, per esprimere tutta l’enfasi con cui vuole abbracciare tale fondamento l’artista, uno dei testi più riusciti.
Blue Dahlia, un testo blues, che accompagna la descrizione dell’entrata all’interno di un locale di un orco alchimista, un posto familiare, dove ritrovarsi.
Il walzer dei desideri presenta un ritmo più lento e un colore crepuscolare, forse la canzone più introspettiva.
Garofano e Cannella, che anticipa l’uscita dell’album, crea un connubio tra cucina ed eros: così come si mescolano questi ingredienti, allo stesso modo è descritto il rapporto tra i due amanti.
Germagna riprende in chiave ironica, sfruttando il dialetto calabrese, il destino di un uomo che va a cercare lavoro in Germania, appunto.
L’ultima canzone è Adesso, che chiude in bellezza l’album invitando a un bilancio della propria esistenza e a un carpe diem sempre presente.
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Simona Abbate Sidoti