Carlo Cassola: lo scrittore della Resistenza e la poetica del subliminare

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Di Stella Grillo

Carlo Cassola nasce a Roma il 17 marzo 1917. Scrittore, saggista e critico italiano fu il primo a parlare dell’istituzione scolastica definendola criminale, a seguito delle sue esperienze disastrose. Lo ricordiamo il giorno del suo anniversario di nascita.

Carlo Cassola, brevi cenni biografici

Carlo Cassola, ultimo di cinque figli, viene alla luce nel pieno della prima guerra mondiale. Conduce un’infanzia tutt’altro che allegra. I quattro fratelli maggiori si distanziavano dal piccolo Carlo per un’elevata differenza di età. La condizione faceva sì che lo scrittore fosse quasi ritenuto figlio unico dai genitori. La sua naturale indole all’introspezione poi, lo portava ad essere un ragazzo poco dedito all’iniziativa, molto introverso, ma con una fervida immaginazione. Negli anni dell’adolescenza, infatti, fece riflettere questa sua attitudine nella letteratura, disciplina che gli donerà grande successo nella vita. La sua personalità propendeva a dare importanza a quello che sentiva, piuttosto che a ciò che vedeva. Nel suo Fogli di diario scrive di sé stesso:

”Bastava un nome ad emozionarlo, a mettergli in moto la fantasia, col risultato di allontanargli spesso e deprezzargli tutto ciò che sapeva di reale e obbediva a ragioni pratiche”

Carlo Cassola e la scuola di criminalità

L’educazione di Carlo Cassola fu regolare, tuttavia da adulto la riterrà un fallimento. Studia al Liceo classico Tasso, e si iscrive in seguito al Liceo classico Umberto I appassionandosi alle opere di Giovanni Pascoli. Frequenta, poi, la facoltà di Legge dove si laurea con una tesi sul Diritto Civile nel 1939, disciplina che mai gli appartenne. L’esperienza scolastica fu però disastrosa per il saggista portandolo nel 1969 a scrivere:

“Scuola di criminalità, ecco cos’è la scuola oggi, non solo da noi ma dappertutto. E la colpa risale alla cultura laica o religiosa che sia. A questa grande spacciatrice di droghe; a questo autentico oppio del popolo”.

Letteratura e i primi esordi

Muove i suoi primi passi nel mondo letterario a ridosso della seconda guerra mondiale, accostandosi principalmente alla corrente letteraria dell’Ermetismo. La filosofia ermetica colpisce il giovane per l’esaltazione dell’essenzialità nelle sue produzioni, il culto della poesia e l’uso della prosa. I primi racconti scritti tra il 1937 ed il 1940, sono pubblicati nel 1942 in due volumi: Alla periferia e La vista. Dopo aver conseguito la laurea pubblica tre racconti sulla rivista Letteratura.

Carlo Cassola, bianco e nero - Photo Credits: huffingtonpost.it
Carlo Cassola, bianco e nero – Photo Credits: huffingtonpost.it

Gli scritti verranno subito notati dalle riviste Corrente e Frontespizio, con le quali avvierà una collaborazione assidua. Durante la fine della seconda guerra mondiale inizia il periodo che riflette i colori della Resistenza: pubblica Baba nel 1946, un racconto che appare sulla rivista Il Mondo. A questo proposito, comincia la collaborazione con le redazioni del Giornale del Mattino e L’Italia Socialista.

La crisi umana e letteraria

Nel 1949, Carlo Cassola inizia a vivere una profonda crisi umana che si rifletterà anche sulla sua produzione. Complice, probabilmente, la prematura morte della moglie deceduta a solo 31 anni per un attacco renale. Da quest’istante, mette in discussione la poetica esistenziale su cui aveva basato la sua intera attività letteraria. Questa nuova prospettiva fa nascere una delle sue opere più famose: Il taglio del basco.

Carlo Cassola, dettaglio - Photo Credits: huffingtonpost.it
Carlo Cassola, dettaglio – Photo Credits: huffingtonpost.it

Il testo, rifiutato da Mondadori e Bompiani sarà edito da I gettoni, una collana diretta da Elio Vittorini. A questo periodo risalgono infatti I Libri del tempo, Fausto e Anna, I Vecchi Compagni. Morirà il 29 gennaio 1987 a 69 anni, in seguito ad un collasso cardiocircolatorio.

Carlo Cassola: rifiuto della poetica neorealista

Nonostante visse pienamente il periodo neorealista, arrivò a discostarsi da tutto quello che era la sua poetica: riteneva che il linguaggio popolare e l’utilizzo del dialetto fossero da condannare in letteratura; diceva, pertanto, di amare la sua realtà, il suo tempo, e non desiderava evaderne. Probabilmente riferendosi Gabriele D’Annunzio disse:

”Se io penso a un bosco, mi piace immaginarlo abitato dai boscaioli e non dalle ninfe e dai fauni. Se penso a una passeggiata in pineta con una ragazza, mi piace immaginare che la ragazza si chiami Anna e non Ermione. Se poi mi ci si vuole proprio appiccicare un’etichetta, allora mi si appiccichi quella di sublimale. Qualsiasi altra, la rifiuto.”

Esaltazione della poetica subliminale

Il sublimine è l’oggetto privato di ogni suo attributo etico ed ideologico. Coincide col mero fatto dell’esistere e con la realtà della vita stessa che comporta la coesistenza dei sessi, unico solo oggetto della rappresentazione letteraria. I temi delle sue opere sono la vita e la felicità: vivere è compiere piccoli gesti quotidiani, ogni giorno. Non sperperare il dono dell’esistenza. Il gaudio è perciò il possedimento della vita stessa: esistere significa essere felici, e si ha contentezza quando si riesce a cogliere la gioia nel quotidiano, in attimi fugaci.

Trame, spazio, tempo

Le trame letterarie di Cassola sono infatti scarne, prive di intreccio e senza particolari avvenimenti. Lo spazio in cui ambienta le sue storie, è di solito un microcosmo triangolare che si snoda fra VolterraMarina di CecinaGrosseto.

Letteratura e resistenza - Photo Credits: glistatigenerali.com
Letteratura e resistenza – Photo Credits: glistatigenerali.com

Per quanto riguarda la scelta del tempo, è solito narrare le sue opere nel periodo del ventennio fascista, particolarmente negli anni Trenta, epoca in cui visse la sua adolescenza.

Carlo Cassola: opere importanti e tematiche politiche

Lo scrittore tratterà il fascismo, ma specialmente la tematica della Resistenza in alcune delle sue opere più note: Fausto ed Anna, 1952 e La ragazza di Bube, 1960. In entrambi i romanzi, la partecipazione agli eventi storici è dettata da fattori intimistici, sentimentali e privati. La ricerca per Cassola, verterà sempre su di un carattere lirico e sentimentale, mettendo a nudo la verità esistenziale anche nell’evento storico: non lontana da quella verità cercata nel quotidiano. A questo proposito scrisse Salvatore Guglielmino:

“Cassola mira a cogliere in una vicenda o in un gesto quello che è il suo aspetto più autentico, l’elemento sia pur modesto e quotidiano che ci svela il senso di un’esistenza , il tono di un sentimento.”