Carlo Dossi, il letterato “scapigliato”

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Di Redazione Metropolitan

Carlo Alberto Pisani Dossi è stato uno scrittore e diplomatico italiano. Nacque a Zenevredo, in provincia di Pavia, il 27 marzo 1849. Trasferitosi a Milano nel 1861 aderì al movimento della “Scapigliatura” milanese. Già in giovanissima età scrisse articoli sui periodici locali e realizzò varie opere. La “scapigliatura” era movimento letterario-artistico che, nato dapprima a Milano verso il 1860. Col tempo si sviluppò in tutta la penisola e durò fino al 1890. Tra i massimi rappresentanti ricordiamo Emilio Praga, Arrigo Boito, nonché Antonio Camerana e Ugo Tarchetti. Il movimento ebbe il merito di portare alla luce per la prima volta in Italia il conflitto tra artista e società, tipico del romanticismo europeo.

Voleva essere una forma di contestazione. Si scagliava contro ogni ordine, norma e legge borghese. Culla dell’essere eversivi, stravaganti e fautori del disordine. Questo finì per creare il mito della vita dissoluta e irregolare (il maledettismo). Nell’arte, si manifestava contro ogni forma di bellezza “convenzionalmente” ritenuta tale e contro l’equilibrio e la misura. Era l’esaltazione dell’estremismo romantico, che si tramutava nella rappresentazione della realtà più squallida, delle fantasie lugubri, e la celebrazione delle nevrosi. Carlo Dossi strinse amicizia con Luigi Perelli, così i due formarono un sodalizio che durò tutta la vita. Nel dicembre 1867 insieme fondarono la rivista intitolata “La Palestra letteraria“.

Foto libro sulla "scapigliatura  photo credit: librirarieantichi.it
Foto libro sulla “scapigliatura photo credit: librirarieantichi.it

Il successo letterario di Carlo Dossi

L’obiettivo era quello di creare un continuo confronto tra la generazione risorgimentale e quella postunitaria. Per rendere al massimo quel risultato, crearono una commissione esaminatrice dei lavori destinati alla pubblicazione. Così coinvolsero alcune tra le più illustri personalità soprattutto del mondo letterario, linguistico e scientifico dell’epoca. Tra questi Giosue Carducci, Niccolò Tommaseo, Graziadio Isaia Ascoli, nonché Bernardino Biondelli, Luigi Cremona e ancora Paolo Mantegazza.

Dopo aver cambiato il titolo in “Palestra letteraria artistica scientifica“, la rivista interruppe le pubblicazioni nel 1869 per difficoltà finanziarie. In quei 2 anni furono molti i lavori di Carlo Dossi che vennero pubblicati. Tra questi L’altrieri“, ma fu con le prime due opere in volume “Nero su bianco” del 1868 e “Vita di Alberto Pisani ” del 1870, che venne apprezzato nel panorama letterario.

Carlo Dossi, ritratto   photo credit: Twitter.com
Carlo Dossi, ritratto photo credit: Twitter.com

La carriera politica e il ritorno alla scrittura

Laureatosi in giurisprudenza nel 1871, intraprese la carriera diplomatica. Vinto un concorso di volontario al Ministero degli Affari esteri, si trasferì a Roma. Insofferente a quel tipo di vita, diede le dimissioni dopo appena un anno, e tornò a Milano. Qui riprese l’attività letteraria pubblicando “Il Regno dei Cieli” nel 1873. Nel 1873 pubblicò invece “Dal calamaio di un medico“, primo volume dell’incompiuto ciclo dei Ritratti umani. “La colonia felice: Utopia lirica” è invece del 1874. Altro capitolo dei Ritratti umani è La desinenza in A“, del 1878. Legato politicamente a Francesco Crispi, Presidente del Consiglio dei ministri nel periodi 18871891 e 18931896, Carlo Dossi accantonò nuovamente la scrittura dedicandosi ancora alla politica. Fu così che nel 1870 divenne Console a Bogotá.

Nel 1887 fu ministro plenipotenziario ad Atene. Dopo la caduta del governo Crispi (1896) abbandonò la carriera diplomatica. Nel 1901 ormai sposato, si ritirò con la moglie e i tre figli nella villa di Corbetta. Qui coltivò la passione per l’archeologia. Con l’insieme di vari reperti accumulati tra Roma e Atene diede vita al Museo Pisani Dossi con sede nella sua casa di Corbetta. Nel testamento dispose che una serie di reperti venissero inviati dopo la sua morte al Museo Archeologico del Castello Sforzesco di Milano. Carlo Dossi morì nella sua villa di Cardina, vicino Como, il 16 novembre 1910. Carlo Dossi seppe inventare una nuova forma linguistica abbellendo di un nuovo stile quella in uso. Recuperò parole arcaiche rinvigorendole nel significato, ne creò di nuove e modificò quelle esistenti.

di Loretta Meloni

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