“Nell’interesse dell’Azienda, ho comunicato le mie dimissioni al ministro dell’Economia e delle Finanze”, scrive l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, nella nota in cui annuncia la sua decisione. “Non posso, pur di arrivare all’approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti, sebbene ovviamente legittimi, di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai”, osserva tra l’altro.
“Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell’operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell’etica di un’azienda pubblica”, rivendica. “Il mio futuro professionale, di cui – annota ancora Fuortes – si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito, è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato”
Carlo Fuortes, chi è l’ex amministratore delegato della Rai
Carlo Fuortes, 63 anni, è stato amministratore delegato della Rai dal luglio 2021 ad oggi, 8 maggio, giorno in cui ha rassegnato le dimissioni «nell’interesse dell’azienda».
E’ nato a Roma ed è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università La Sapienza, è manager ed economista.
Nel sito della Rai si legge che nella sua carriera ha svolto consulenze sui temi dell’economia della cultura, con riferimento alla gestione dei teatri, musei e dei beni culturali, allo spettacolo dal vivo, alla televisione e cinema per conto di imprese pubbliche e private, Enti Locali, Musei statali e comunali, Sovrintendenze, Associazioni di settore e Istituzioni culturali.
È stato Consigliere di amministrazione del Teatro di Roma dal 1998 al 2001, nonché Consigliere di amministrazione della Fondazione Cinema per Roma dal 2007 al 2011.
Dal 2002 al 2003 è stato Direttore Generale del Palazzo delle Esposizioni e delle Scuderie del Quirinale di Roma.
Tra il 2003 e il 2015 è stato Amministratore Delegato della Fondazione Musica per Roma, gestendo l’Auditorium Parco della Musica a partire dalla sua nascita.
Nel 2012 viene nominato Commissario Straordinario della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, incarico che ricopre fino al 2013.
Il testo della lettera
“Da decenni lavoro nell’amministrazione pubblica e ho sempre agito nell’interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte. Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di Amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l’Azienda. Per citarne solo alcuni: nuovi programmi e palinsesti che hanno portato tra l’altro a un evidente rilancio di Rai2, la trasformazione organizzativa per Generi, un Piano immobiliare strategico che si attendeva da decenni, un rilevante potenziamento di RaiPlay e dell’offerta digitale.
Dall’inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il Servizio pubblico. Allo stesso tempo ho registrato all’interno del Consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell’atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana”. “Ciò – riprende – minaccia di fatto di paralizzarla, non mettendola in grado di rispondere agli obblighi e alle scadenze della programmazione aziendale con il rischio di rendere impossibile affrontare le grandi sfide del futuro della Rai”.
“Il Consiglio di Amministrazione deve deliberare, nelle prossime settimane, i programmi dei nuovi palinsesti ed è un dato di fatto che non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021. Non posso, pur di arrivare all’approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti, sebbene ovviamente legittimi, di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai”.
“Ho sempre ritenuto – rivendica Fuortes – la libertà delle scelte e dell’operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell’etica di un’azienda pubblica. Il mio futuro professionale, di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito, è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può’ costituire oggetto di trattativa”. “Prendo dunque atto – conclude – che non ci sono piu’ le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato. Nell’interesse dell’Azienda, ho comunicato le mie dimissioni al Ministro dell’Economia e delle Finanze”