Il trentenne Marco Mancini avrebbe fornito la dose fatale per la giovane. Spacciava droga ai minorenni nello stabile in cui Desirèe Mariottini ha trovato la morte.
Le forze dell’ordine, dopo settimane di indagini, hanno effettuato l’arresto del pusher coinvolto nel caso della tragica morte della giovane Desirèe in un capannone nel quartiere San Lorenzo a Roma. Il quinto fermo dall’inizio dall’inchiesta.
Si tratterebbe di un italiano di 36 anni nato e residente a Roma: Marco Mancini, che fino ad ora era sconosciuto alle forze di polizia. Quando è stato fermato, l’uomo aveva con sé 12 dosi di cocaina, altri stupefacenti come eroina e psicofarmaci che inducono effetti psicotropi, anche contenenti “quetiapina”, pronti per essere venduti ai frequentatori del capannone abbandonato di via Dei Lucani 22, dove è stata trovata morta la ragazza.
L’italiano è stato accusato di detenzione e la cessione illecita di sostanze stupefacenti ed è stato portato in questura per essere interrogato. Tra i clienti di questo spacciatore, ci sarebbe stata anche Desirèe e non si esclude cheti stato proprio lui a venderle la dose letale.
Il ministro dell’Interno Salvini ha commentato il fermo del pusher, affermando:
“Per me, possono essere coinvolti africani, italiani, eschimesi o chiunque altro, vanno blindati e incarcerati. Il problema è che la normativa sullo spaccio di droga è troppo blanda”.
Claudia Colabono