Le polemiche sul “caso Grillo” si fanno sempre più infuocate. Stavolta, a parlare, sono i genitori della studentessa vittima della presunta violenza. Abusata, secondo l’accusa, in Sardegna, durante una vacanza. Nel gruppo di giovani che l’avrebbero violentata, anche Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle. Dopo il video di Beppe Grillo, diffuso in rete e criticato da più parti, arriva lo sfogo dei genitori della vittima, raccolto dall’Adnkronos.
Un video che sembra un trofeo
A parlare è l’avvocato della famiglia, Giulia Bongiorno, che reagisce alla notizia della circolazione di alcuni frammenti di video intimi condivisi dal gruppo di amici. “Dolore aggiunto al dolore”, scrivono i genitori della ragazza.
“Abbiamo appreso che frammenti di video intimi vengono condivisi tra amici, come se il corpo di nostra figlia fosse un trofeo. Qualcosa che ci riporta a un passato barbaro che speravamo sepolto insieme alla clava”, hanno scritto. “Non è facile rimanere in silenzio davanti alle falsità che si continuano a scrivere e a dire sul conto di nostra figlia, aggiungendo dolore al dolore. D’altro canto, sarebbe fin troppo facile smentirle sulla base di numerosi atti processuali che sconfessano certe arbitrarie ricostruzioni e che, per ovvie ragioni, non possono essere resi pubblici“.
“Confidiamo nel fatto che tutto questo fango sarà spazzato via facendo emergere la verità. In ogni caso, la fiducia nella giustizia e il rispetto per le istituzioni – che ci hanno guidato finora e che continueranno a guidarci in futuro – non significano che siamo spettatori passivi. Abbiamo conferito mandato al nostro legale per agire in sede giudiziaria contro tutti coloro che a qualsiasi titolo partecipano e parteciperanno a questo deplorevole tiro al bersaglio“, concludono i genitori della giovane.
Emergono nuovi particolari
Il Procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, nel frattempo è al lavoro per ridefinire il capo di imputazione relativo ad alcuni degli indagati. Cambia, infatti, la posizione di alcuni dei quattro giovani accusati dello stupro di gruppo sulla studentessa, in vacanza in Costa Smeralda. Intanto, emergono nuovi, agghiaccianti particolari dalle carte dell’inchiesta a carico di Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.
Negli atti, come apprende l’Adnkronos, gli inquirenti parlano anche di «schiaffi sulla schiena e sulle natiche» riguardanti la ragazza (S.J.) che ha raccontato tutto ai magistrati. Ragazza che, al suo ritorno dalla Sardegna, si è presentata alla clinica Mangiagalli di Milano per farsi visitare e poi sporgere denuncia nei confronti dei quattro genovesi.
Il caso non è ancora chiuso
In particolare, viene modificato il secondo capo di imputazione. Si tratta di una serie di foto in cui si vedono a tratti due, a tratti tre ragazzi, con i genitali scoperti appoggiati sul capo della seconda ragazza, R.M., amica di S.J., che dorme. In alcune immagini, sfocate, non si vede il volto dei giovani coinvolti. Nei recenti interrogatori che si sono tenuti, in segreto, negli uffici della piccola procura della Gallura, i ragazzi hanno dato la propria versione dei fatti.
Uno di loro, Francesco Corsiglia, si è difeso dicendo che stava dormendo e per dimostrarlo al pm ha detto: “Io non ci sono in nessuna delle foto”. Dopo averlo interrogato, il Procuratore Gregorio Capasso e la pm Laura Bassani, che avevano chiuso l’indagine nello scorso novembre, si sono messi nuovamente al lavoro per ridefinire gli ultimi eventi. A questo punto passerà ancora del tempo prima di chiudere l’inchiesta. Soltanto alla fine delle indagini ‘suppletive’ sarà depositato in cancelleria un nuovo avviso di conclusione delle indagini. Solo dopo la Procura chiederà il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere dei quattro giovani, che smentiscono e dicono all’unisono che la ragazza “era consenziente“.