A 25 anni dall’omicidio di Nada Cella sono state trovate delle tracce di sangue sotto la sella del motorino dell’indagata Annalucia Cecere. Saranno eseguiti gli esami del DNA. Il caso di Nada Cella è stato riaperto dopo 25 anni.
Tracce ematiche sul motorino di Cecere: svolta nel caso di Nada Cella
Il motorino apparteneva ad Annalucia Cecere, che lo usava nel 1996. Pochi mesi dopo l’omicidio di Nada, Cecere si trasferì a Boves, in provincia di Cuneo, e portò con se anche il motorino. 25 anni dopo quel motorino è stato controllato e la polizia scientifica ha rilevato delle tracce ematiche, grazie alle luci forensi, che mettono in risalto impronte e residui organici. Le tracce di sangue trovate saranno esaminate domani, 16 novembre.
La Procura di Genova ha infatti convocato un accertamento contraddittorio per prelevare il campione di sangue. Il genetista Emiliano Giardina è stato incaricato dal Pm per estrarre il DNA e vedere a chi appartiene. Se il sangue fosse di Nada, questo potrebbe essere la prova definitiva della colpevolezza dell’indagata. Nel corso delle indagini si è parlato più volte di quel motorino, che sembra essere stato tenuto in perfette condizioni in un garage per 25 anni.
La riapertura delle indagini: “Non siamo mai stati così vicini a sapere chi è stato”
Nada Cella era stata trovata agonizzante a Chiavari la mattina del 6 maggio 1996, nello studio del commercialista Marco Sarocco, dove lavorava come segretaria. Nel corso delle prime indagini sia Cecere che Sarocco erano già stati indagati, ma il caso era stato archiviato. Ora Cecere e Sarocco sono di nuovo iscritti al registro degli indagati, assieme alla madre di Sarocco, Marisa Bacchioni, indagata per false dichiarazioni.
Quest’anno le indagini sono state riaperte grazie a nuovi elementi raccolti da Antonella Delfino Pesce, una studentessa che stava preparando la tesi sul caso per un master in Criminologia a Genova. Gli elementi che ha trovato sono stati consegnati alla Procura, che ha avviato nuovamente le indagini affidate al sostituto Gabriella Dotto, con la coordinazione del procuratore Francesco Pinto. La madre di Cella, Silvana, si è detta fiduciosa: “Forse ce la faremo. Non siamo mai stati così vicini a sapere chi è stato”.
L’inchiesta sta svelando come gli inquirenti avessero in mano elementi per risolvere il caso già 25 anni fa. Pochi giorni fa la Procura ha autorizzato la diffusione di una telefonata in cui una donna anonima chiama a casa di Sarocco e parla di Cecere. La telefonata è avvenuta il 9 agosto 1996 e la donna racconta di Cecere e di cosa ha visto il giorno dell’omicidio. “Venivo giù in macchina da Carasco, l’ho vista che era sporca e ha infilato tutto nel motorino. L’ho salutata e non mi ha guardato, quindici giorni dopo l’ho incontrata nel carruggio. Non mi ha guardato ed è scivolata via”.
Fonte articolo: Corriere della sera
Seguici anche su Instagram e Facebook