Nello spazio di LetteralMente Donna la storia di una donna eccezionale che ha saputo distinguersi per la sua fierezza e la sua forza d’animo. Il suo nome è Caterina D’Aragona e questa è la sua storia.


Caterina D’Aragona, i due principi inglesi

LetteralMente Donna è dedicata a Caterina D'Aragona, fonte wikipedia.org
Caterina D’Aragona, fonte wikipedia.org

“Catherine, Infanta di Spagna, sposerà il Principe Arthur, erede al trono d’Inghilterra. La sua dote sarà di duecentomila corone, da pagarsi in due tempi: metà al matrimonio, il resto dopo il primo anno dalle nozze”. È il testo, come riportato da Enciclopedia delle donne, del trattato di Medina del Campo con cui veniva sancito l’accordo tra il re di Spagna Ferdinando D’Aragona ed Enrico VII d’Inghilterra per il matrimonio tra Caterina D’Aragona e il principe del Galles Arthur Tudor. Fu il fatto che cambiò per sempre la vita della giovane principessa ritrovatasi a partire il 21 maggio 1501 per l’Inghilterra lasciando l’amata Spagna dopo diversi matrimoni per procura che confermassero l’accordo preso.

La vita in Inghilterra fu all’inizio piacevole poi tutto cambiò poco prima del Natale del 1501. Secondo la tradizione infatti il principe del Galles doveva risiedere con i suoi istitutori nel castello di Ludlow per prepararsi ad essere il futuro re. A causa del clima inospitale di quel luogo nel marzo del 1502 Arthur e Caterina si ammalarono di una terribile malattia dell’epoca chiamata sudor anglicus.

Il principe del Galles morì ma Caterina sopravvisse ma fu umiliata da Enrico VII che non voleva concedere quando le spettasse da vedova dell’erede al trono ne restituire la sua dote. Per sette lunghi anni Caterina lottò perfino contro la fame finchè Enrico VII morì e il nuovo re Enrico VIII, il fratello di Arthur, la chiese in moglie. Caterina accettò nonostante il diritto canonico proibisse di prendere in moglie la vedova del fratello perchè venne fatta un eccezione in quando il precedente matrimonio non era stato consumato. Caterina fu così regina.


L’erede maschio e la battaglia di Caterina D’Aragona

Enrico VIII sin da subito ebbe il desiderio di garantire un erede maschio alla dinastia Tudor per questo Caterina D’Aragona ebbe diverse gravidanze. Sfortunatamente nessun figlio maschio sopravvisse ma solo Mary, una figlia femmina, nata nel 1516. Questo le fa pardere consenso agli occhi del re che successivamente avrà un figlio maschio dalla sua amante Elizabeth (Bessie) Blount che riconobbe poi altri due da un altra che non accettò. La situazione divenne totalmente drammatica per Caterina D’Aragona quando il re perse la testa per Anna Bolena. Fu allora che Enrico VII prese una decisione storica per uno sovrano dell’epoca: divorziare.

Una fervente cattolica come Caterina D’Aragona si rifiutò di divorziare nonostante le continue umiliazioni subite. Venne infatti fatta continuamente trasferire da Enrico VIII e sottoposta ad un processo farsa che accertasse l’invalidità del suo matrimonio. Il re chiese il permesso di divorziare al papa che glielo negò provocando quello scisma da cui nacque la chiesa anglicana di cui Enrico VIII divenne il capo supremo. Un atto che Caterina a testa alta si rifiutò di riconoscere come il successivo matrimonio e la nomina a regina di Anna Bolena e dei suoi figli come eredi. Morì nel 1536 senza poter vedere la figlia ma riconoscendosi fino all’ultimo come legittima regina d’Inghilterra.


Una donna amata dal popolo

Nonostante le umiliazioni ricevute Caterina D’Aragona era una donna molto amata dal popolo. Infatti era nota per aver dato vita ad un programma di aiuto per i bisognosi ed era molto ammirata a corte. Ammirazione per la quale molti si spesero in sua difesa, pagando con la vita, come lo stesso Tommaso Moro. Perfino i suoi nemici l’apprezzarono. Disse infatti di lei Thomas Cromwell, come riportato da Storica, che “non fosse stato per il suo sesso, avrebbe potuto sfidare tutti gli eroi della storia”. Ancora oggi Caterina D’Aragona è ricordata con una messa cattolica nella cattedrale di Peterborough dove è sepolta ogni 29 gennaio mentre arrivano ancora fiori e biglietti sulla sua tomba.

Stefano Delle Cave

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