Per lo spazio di Letteralmente Donna di questa settimana, una donna eccezionale che si è distinta per le sue teorie politiche e le sue battaglie civili contro la disuguaglianza di genere e la discriminazione sessuale. La donna è Catharine MacKinnon e questo è il suo pensiero
“Come la classe dei lavoratori è definita dall’espropriazione organizzata del lavoro di alcuni
a vantaggio di altri, così il sesso femminile è determinato dall’espropriazione organizzata
della sessualità di alcuni per il vantaggio di altri”.
Sono parole contenute in un’antologia italiana di testi di Catharine MacKinnon intitolata “La donna è un essere umano?” che introducono immediatamente nel pensiero politico di questa importante femminista. In principio si può collocare la MacKinnon nel periodo del secondo femminismo e si può comprendere dalla citazione il suo ispirarsi a teorie propriamente marxiste debitamente riadattate al suo pensiero e al suo lavoro di attivista. La MacKinnon, infatti, come avvocato e consulente è stata in prima linea in diverse cause legali che hanno segnato un punto di inizio importante per le rivendicazioni di genere femminista in campo internazionale. Basti pensare al processo Kadic v Karadzic dove la MacKinnnon riuscì a far passere la sua teoria che equiparava lo stupro, se eseguito in massa con lo scopo della ripopolazione etnica, al genocidio.
Catharine Mackinnon, la lotta contro la discriminazione sessuale
Tornando alla causa legale di Catharine MacKinnon, bisogna specificare che le sue scelte derivano dal suo pensiero civile e politico. Per la MacKinnon infatti gli stupri, le molestie sessuali, i femminicidi e la prostituzione sono forme di discriminazione sessuale. Questo perché considera le donne eroticizzate e sessualmente sottomesse all’uomo che le usa per soddisfare se stesso imponendo il proprio pensiero sessuale. Così, come per Karl Marx era lo sfruttamento del lavoro, la MacKinnon parla di sfruttamento delle sessualità che genere le relazioni di dominio maschile sulla donna. Da questo deriva la posizione di sofferenza delle donne per cui, si legge in “La donna è un essere umano?” “affermare la differenza quando essa significa dominio come accade nel caso del genere significa rivendicare la proprietà e gli attributi dell’assenza di potere”.
La battaglia contro la pornografia
Sulla scia di queste teorie un discorso a parte lo merita senza dubbio la grande battaglia di Catharine MacKinnon contro la pornografia. Equiparata alla discriminazione sessuale, questa pratica è considetata dalla MacKinnon, come si legge in “Feminism Unmodified: Discourses on Life and Law”, “la subordinazione sessualmente esplicita delle donne attraverso immagini o parole che include anche donne disumanizzate come oggetti, cose o merci sessuali: godere del dolore, dell’umiliazione o dello stupro, essere legata, tagliata, mutilata, ammaccata o ferita fisicamente, in atteggiamenti di sottomissione sessuale, servilismo o esibizione, ridotta a parti del corpo, penetrata da oggetti o animali o presentata in scenari di degrado, ferimento, tortura, mostrata come sporca o inferiore, sanguinamento, lividi o dolore in un contesto che rende queste condizioni sessuali”.
Per questo la MacKinnon considera la pornografia come “un’istituzione dell’ineguaglianza di genere” così come lo sono stupro e la prostituzione. Questa pratica causa per la MacKinnnon la depravazione sessuale maschile con il rischio di trasformare gli uomini in assassini o stupratori seriali. Va regolamentata e vietata in base a diversi motivi di cui 2 sono i più importanti. Il primo è la possibilità per le donne violentate e maltrattate durante i film pornografici di denunciare per violenza e abuso sessuale. Il secondo è che la pornografia deve essere riconosciuta come una violazione dell’uguaglianza di genere garantita da tutte le costituzioni democratiche e per questo deve essere perseguita legalmente considerando il rischio che si corre con la visione di quel materiale degradante.
L’approccio del dominio
La questione della pornografia si collega direttamente anche alla concezione del potere dato dal punto di vista maschile dominante anche attraverso l’ideologia che tende a rendere reali determinate cose. Il tutto sotto un punto di vista che pretende di essere neutrale ma che in realtà non è così. Per superare l’etica dominante maschile diventa allora importante per la MacKinnon un nuovo cosidetto approccio al dominio che si propone un’equa di distrubuzione di potere tra il genere maschile e il genere femminile. La pensatrice americana supera così definitivamente i vecchi standard di uguaglianza e differenza con l’uomo perchè, spiega:
“Sulla base dello standard della somiglianza veniamo valutate in base alla corrispondenza con l’uomo, la nostra eguaglianza è giudicata in base alla nostra prossimità all’unità di misura maschile. Sulla base dello standard della differenza veniamo valutate in base alla mancanza di corrispondenza con l’uomo, il nostro essere donne è giudicato in base alla distanza rispetto all’unità di misura maschile”
Stefano Delle Cave
Seguici su Google news