Karl Marx, il filosofo rivoluzionario

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Di Giusy Celeste

Karl Heinrich Marx nacque a Treviri, in Germania, il 5 Maggio 1818 da una agiata famiglia ebraica convertita al protestantesimo. Fu un filosofo, economista, storico, sociologo, politologo, giornalista, in una parola un intellettuale della sua epoca e non solo, di tutta la storia dell’umanità. Il suo apporto alla filosofia, alla storia, all’economia ha reso la sua figura e il suo pensiero celebri e riconosciuti ancora oggi. Attivista nel movimento operaio, diede vita alla corrente politica detta “marxismo”. Teorico del materialismo storico e del socialismo scientifico (insieme ad Engels), Karl Marx fu una delle menti più fertili tra i pensatori esistiti nei secoli.

Karl Marx, il filosofo rivoluzionario: vita e pensiero

“ I filosofi non spuntano dal terreno come i funghi. Essi sono il prodotto del loro tempo”.

Karl Marx

Marx studiò diritto ed economia, ma si laureò con una tesi in cui approfondiva le differenze tra le filosofia di Epicuro e quella di Democrito. Nel 1843 collaborò con un giornale a Colonia, poi emigrò a Parigi dove conobbe Engels. Nel 1845 fu espulso da Parigi e si trasferì prima a Bruxelles e poi a Londra dove trascorse la maggior parte della sua esistenza e dove morì nel 1883. Celebre fu la pubblicazione nel 1848 del “Manifesto del Partito Comunista” insieme ad Engels, che segnò il passaggio dal socialismo utopistico a quello scientifico. Nel 1865, invece, fondò l’ Associazione internazionale dei lavoratori nota come “Prima Internazionale”.

“I filosofi hanno soltanto interpretato diversamente il mondo; ma si tratta di trasformarlo”.

Karl Marx

Il pensiero di Marx parte dal capovolgimento della dottrina hegeliana (attuata dall’umanismo di Feuerbach) secondo cui l’uomo, inteso come ragione e come materia, è l’unica realtà. Per Karl la realtà dell’uomo è insita nei rapporti sociali, ossia nelle condizioni di vita. La filosofia, pertanto, non deve rimanere solo teoria ma deve migliorare l’esistenza. Solo la prassi rivoluzionaria può trasformare il mondo e trovare la soluzione ai problemi dell’uomo. Dunque la dottrina materialistica è attività pratica.

La lotta di classe e la teoria del capitale

“Tutte le lotte all’interno dello stato non sono altro che le forme illusorie in cui sono condotte le lotte reali tra le diverse classi, e, inoltre, ogni classe che aspiri al dominio (…) deve anzi tutto conquistare il potere politico”.

Karl Marx

Ciò che lega gli uomini tra loro è il lavoro. Quest’ultimo determina la formazione di classi sociali che sono i fattori reali della società. La storia non è altro che lo scontro tra le classi sociali. Con la conquista del potere politico la classe vincente rappresenta l’interesse universale anche se poi finisce per soddisfare solo il suo interesse particolare. Dalle concezioni di Marx si capisce quanto queste siano estremamente moderne e sotto gli occhi di tutti ancora oggi. Ma una delle sue teorie più famose (cardine anche dell’economia) è quella relativa al capitale. Si parta dal presupposto che il valore di un prodotto sia dato dal lavoro impiegato a produrlo, ma secondo Marx l’imprenditore retribuisce il lavoro al disotto del suo valore e si trattiene la differenza denominata plus-valore. Così si spiega la formazione del capitale, la somma del lavoro non retribuito. Nello specifico: il lavoratore vende all’imprenditore la sua forza-lavoro che determina il suo salario giornaliero. Ogni giorno produce una data quantità di merce che corrisponde al suo salario. In verità l’imprenditore non paga completamente tutto il lavoro poiché c’è una parte della quantità prodotta dal lavoratore che non viene retribuita, il plus-lavoro. La soluzione per il filosofo è la lotta del proletariato contro la borghesia capitalista che avrebbe dovuto portare ad un sistema comunista di divisione dei beni. La soluzione la rivoluzione.

“Con il comunismo si avrà il completo consapevole ritorno dell’uomo a sé stesso, come uomo sociale, cioè come uomo umano”.

Karl Marx

Giusy Celeste