Una nuova vita per Just Cavalli: il marchio ha effettuato un’operazione di rebranding che gli ha permesso di fare grandi numeri all’ultima fashion week. A raccontarlo il top manager Sergio Azzolari.

Come si è ripreso Just Cavalli?

A raccontare la rinascita e i grandissimi numeri fatti dal marchio negli ultimi mesi è proprio il top manager. Che ha perfettamente risposto alla richiesta di Roberto Cavalli di riportare in vita uno dei marchi più in voga dei primi anni Duemila.

Sergio “Abbiamo molte espressioni di interesse per il brand, c’è stata una richiesta esponenziale da quando sono arrivato, da parte di investitori, persone interessate a un franchising o ad altre licenze. Cresciamo in modo molto interessante e posso confermare il target di 500 milioni di euro di fatturato entro i prossimi 3-5 anni”. Questo è quanto detto da Sergio Azzolari, top manager del brand.

Questi primi 12 mesi al timone di Cavalli sono stati duri ma molto soddisfacenti per Azzolari. “E un anno ma sembrano 7”, scherza, “tante cose sono successe e altre ne accadranno. Abbiamo ricominciato ad aprire negozi di grossa caratura, come lo store di Bond Street, a Londra, o quello di Las Vegas, riposizionandoci. Abbiamo ripreso anche il discorso legato alle licenze, con Interparfums per le fragranze e con De Rigo per l’eyewear, che fanno sì che la maison abbia ancor più visibilità. Licenze che funzionano meglio delle aspettative”. 

Cosa aspettarsi?


Nel 2023 la crescita “c’è stata”, assicura Azzolari: “Stiamo chiudendo i bilanci e siamo cresciuti molto bene nei canali full price, mentre abbiamo voluto fortemente dimezzare tutto l’ambito off price, una decisione strategica” che ha ampiamente premiato la griffe con una visibilità del brand nell’alto di gamma che mancava. “Ottime” le performance nell’ambito couture, incluse le celebrities che continuano a scegliere gli abiti realizzati da Fausto Puglisi. “Non se li fanno più prestare”, confessa Azzolari, “ma ora vogliono comprarli”.

Per esempio grazie a Taylor Swift, che ha richiesto più di un abito di scena firmato Cavalli per il suo tour americano. E ha anche proceduto con un re-order, chiedendone altri per le tappe europee. E l’espansione potrebbe continuare, ma con un ma. “Non siamo ancora pronti, come forma mentis, per andare in Asia in maniera preponderante”, spiega il manager. “Non conviene sfrecciare verso una presenza globale quando abbiamo ancora tanto da fare. Ci stiamo concentrando sempre sugli Stati Uniti, un mercato dove abbiamo un retaggio storico molto forte e sorprendentemente un naturale following pazzesco”. Anche in Europa e in Medio Oriente “stiamo esplorando nuovi mercati, abbiamo rilevato un’attività in Barhein e stiamo facendo lo stesso con l’Arabia Saudita”.

Marianna Soru

Seguici su Google News