C’è vita su Marte? Il rover Perseverance della Nasa arriva sul pianeta rosso

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Di Redazione Metropolitan

Parte il conto alla rovescia per il rover Perseverance della Nasa, che questa sera, alle 21.55 (ora italiana) raggiungerà le sabbie rosse del Jezero Crater, poco sopra l’equatore marziano, in cerca di vita su Marte. Questo è ormai il quinto rover in partenza, eppure, Thomas Zurbechen, amministratore associato per la scienza al quartier generale della Nasa a Washington, l’ha definito lo “Sbarco più difficile, perché la zona ha scogli frastagliati, ammassi e dune”. In prospettiva di questo, infatti, è stato predisposto un innovativo sistema di riconoscimento intelligente del terreno, in grado di rivelare eventuali superfici rischiose che trasferiranno il rover, eventualmente, in una zona più sicura. Dai 205 milioni di chilometri di distanza cui si trova Marte, i segnali impiegano 11 minuti e 22 secondi per arrivare alla Terra. Dunque si è stabilito di gestire il tutto automaticamente dai computer di bordo.

Il Perseverance ha le sembianze di un Suv, ed è molto simile al Curiosity, suo predecessore, sbarcato nel 2012 e ancora perfettamente funzionante nel Gale Crater. Le similarità si riscontrano nell’aspetto e per alcuni sistemi, tra cui il generatore nucleare con plutonio-238 che fornisce un flusso continuo di energia (110 Watt) e gli consente di lavorare ininterrottamente, 24h su 24, senza porre limiti che avevano ostacolato i precedenti Spirit e Opportunity, alimentati da celle solari. Ma anche nel sistema di ammartaggio – lo Sky Crane – la cosiddetta Grù del cielo, che farà scendere il rover di 1.025 chilogrammi appeso a tre corde di nylon dopo essersi fermato ad una quota di 7,6 metri. Precisamente, il Lander Vision System, all’arrivo sul punto prestabilito, scruterà il terreno per decidere se quello è il punto più appropriato per sbarcare o se è necessario preparare uno spostamento. Una volta toccato il suolo, i cavi verranno tagliati e la piattaforma che lo aveva trasportato cadrà in una zona limitrofa, per non impedire i successivi movimenti del rover: a quel punto sarà tutto pronto per intraprendere l’avventura, che si prospetta diversa e più emozionante di quelle passate.

Alla ricerca di vita

Il primo obiettivo sarà quello di indagare l’ambiente circostante, esplorandolo attraverso 25 fotocamere – un numero mai imbarcato prima. Una di queste ultime sarà proprio lo strumento iniziale attraverso cui trasmettere le immagini del panorama: la fotocamera è installata sulla torretta a poco piu di 2 metri. Successivamente, il braccio robotizzato del rover, lungo 2,1 metri, preleverà dei campioni di suolo, che distribuirà in 30 capsule cilindirche. Dopo di che le rilascerà per la futura spedizione in itinere da parte della Nasa e dell’Esa Europea, programmata per il 2026. La Mars Sample Return ha infatti il compito di portare sulla Terra i preziosi campioni raccolti e analizzarli in laboratorio.

Se in passato le spedizioni erano volte ad indagare sull’esistenza di un’antica presenza di acqua (come hanno fatto Spirit e Opportunity) per capire se ci fosse un ambiente favorevole alla nascita di vita, come ha stabilito Curiosity nel Gale Crater, adesso siamo ad uno step successivo: si cercano tracce di vita passata, chiaramente fossilizzata poiché in superficie le radiazioni cosmiche che piovono di continuo non permettono sopravvivenza alcuna. Trovandoci alla foce di un fiume che riversava l’acqua nel cratere creando un lago, quello che si spera di trovare sono tracce di remoti organismi a livello batterico, nel fondale pietrificato. Inoltre, imbarcando un apparato in grado di attirare ossigeno dall’anidride carbonica dell’atmosfera, si prospetta un futuro sbarco dell’uomo su Marte.

I momenti emozionanti sono garantiti, infine, dalla presenza di un microfono, attivato subito dopo lo sbarco, attraverso cui ascoltare il vento marziano; e da un minuscolo drone di appena 1,8 chilogrammi, alimentato da batterie a ioni di litio, con due eliche controrotanti, che compirà 5 voli di prova alzandosi ad una altezza di circa 5 metri e allontanando di una cinquantina: questo è quello che sarà il primo volo su Marte.

Francesca Perrotta