Metropolitan Today ricorda oggi il debutto della favola di Cenerentola di Walt Disney, basata sulla versione dei fratelli Grimm

Cenerentola debutta nelle sale cinematografiche italiane nel 1950, il 4 marzo. E’ la fiaba della giovane ragazza costretta a vivere con la perfida matrigna e le sue sorellastre, che grazie a un incantesimo si riscatta dalla sua infelice condizione di subalternità e sfruttamento familiare e sposa il principe del castello, bello e ricco.

Le origini della favola pare risalgano all’antico Egitto, ma è stata tramandata in molteplici versioni. La più conosciuta è senz’altro quella dei fratelli Grimm, pubblicata nel 1812 e portata sugli schermi dalla Walt Disney con un immediato successo di pubblico.

Cenerentola di Walt Disney, impegnati tre registi

Tre i registi per questo film di animazione. Sono Clyde Geronimi, vero nome Enrico Geronimi, nato a Chiavenna il 12 giugno 1901 e poi emigrato negli States dove fa carriera come fumettista. Wilfred Jackson, regista e animatore, classe 1906, e Hamilton Luske, originario di Chicago, che lavorerà per la Disney dal 1931 al 1968, vivendo da vicino l’epopea e l’evoluzione dei film di animazione nel secolo scorso.

Cenerentola di Walt Disney - photo credits: sito web Heroica
Cenerentola di Walt Disney – photo credits: sito web Heroica

Un enorme riscontro grazie alla colonna sonora

In quel periodo la casa di produzione degli Stati Uniti usciva da un lunga stagione senza infamia né gloria. Era necessario produrre qualcosa di accattivante, ma con pochi mezzi. I tre registi uniscono i loro talenti, cercando di valorizzare l’elemento della danza e centrano il bersaglio. Nei giorni immediatamente successivi alla prima, infatti, le persone escono dal cinema canticchiando i motivi orecchiabili che compongono la colonna sonora.

Sono i pezzi di Mack David, Jerry Livingston e Al Hoffman, entrati ormai nell’immaginario collettivo. Dalla simpatia di  “Bibbidi Bobbidi Bu” alla dolcezza  di “I Sogni son Desideri”. Il film, premiato con un Orso d’Oro al Festival di Berlino del 1950, l’anno dopo è in gara per gli Oscar. La pellicola viene premiata  con tre nomination (colonna sonora, canzone e sonoro) senza però ricevere alcuna statuetta.

Anna Cavallo