Cinema

Censura cinematografica: sì o no? Ripartiamo da “La scuola cattolica”

Il 5 aprile di quest’anno il ministro Franceschini gioiva del fatto che, finalmente, fosse stata abolita la censura cinematografica: ieri però, a distanza di sei mesi precisi, è giunta la notizia che il film La scuola cattolica, tratto dal romanzo-reportage di Edoardo Albinati sul massacro del Circeo, sia stato vietato ai minori di 18 anni.

Il regista Stefano Mordini si è visto confuso riguardo le motivazioni, e se lo siete anche voi vediamo di chiarire come l’Italia si pone effettivamente nei confronti di questo tema.
La domanda principale è: la censura cinematografica è stata abolita? La risposta è sì: nel senso che cessa di esistere la commissione censura, i film non saranno più soggetti a tagli che li snaturerebbero e non si può imporre il divieto di distribuzione.

Perché allora La scuola cattolica può essere visto solo da un pubblico maggiorenne? Perché continua a esistere una commissione che classifica i film in base alla fascia d’età. Qui sorge però un problema: all’interno della stessa fanno parte due rappresentanti dei genitori e altrettanti esperti di cultura cinematografica, un numero irrisorio se pensiamo che questa figura possiede gli strumenti per contestualizzare un audiovisivo e fornire spiegazioni sul perché un certo tipo di pubblico può o meno vederlo. Analogamente, la figura di uno psicologo presente nella stessa commissione.

La giustificazione dei genitori circa la “censura” cinematografica de La scuola cattolica riguarda la paura di tentativi di emulazione. Non sarebbe invece più giusto che anche i giovanissimi venissero a conoscenza di un fatto sì crudo, ma che è diventato parte integrante della storia del nostro paese?

“Studiare la storia affinché non si ripetano gli errori del passato”, ed è ora che il cinema diventi strumento di sapere e conoscenza.

Chiara Cozzi

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Ph: ilfattoquotidiano.it

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