Il basket professionistico americano è sempre stato in mano alla NBA. Ma nella storia della palla a spicchi americana ci sono state altre leghe che hanno provato a far concorrenza alla NBA. Tra queste c’è la ABA che nonostante la sua breve vita è riuscita a cambiare radicalmente la lega che oggi amiamo.
L’ultima partita
Iniziamo dalla fine. Il 12 maggio del 1976 i New York Nets battono i Denver Nuggets e si laureano campioni della ABA conquistando il loro secondo titolo in 3 anni. Il premio di MVP dei playoff va a Julius Erving. Non si tratta di un’assonanza ma proprio di “Doctor J” che nella serie finale contro un ventunenne David Thompson, altra futura leggenda della NBA, segna 37,7 punti di media a cui aggiunge poco più di 14 rimbalzi e 5 assist. Qualche mese prima aveva vinto in scioltezza la gara delle schiacciate, vista per la prima volta nel 1976 e introdotta proprio dalla ABA.
La nascita della ABA
La American Basketball Association nasce nel 1967 in risposta alla mancata apertura della NBA che in quegli anni contava solamente 10 franchigie. George Mikan, 5 volte campione NBA, viene scelto come primo commisioner e nella lega vengono ammese 11 squadre suddivise in Eastern e Western Division. Per poter davvero fare concorrenza alla “The League” come viene chiamata dall’altra parte dell’Oceano, è necessario però portare delle innovazioni che creino “appeal” attorno alla ABA. Così viene introdotto il tiro da 3 punti, preso dalla ABL, al posto del classico pallone ne viene utilizzato uno bianco-rosso-blu,
Lorenzo Mundi
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