Cinque cose da scoprire in cinque versi

Oggi si celebra l’anniversario della nascita di Charles Baudelaire: il celebre poeta “maledetto” nacque, infatti, il 9 aprile 1821Parigi. Riassumere Charles Baudelaire non è affare semplice, ma noi di Metropolitan Magazine ci proveremo così, raccontandovi cinque cose curiose che vorreste sapere (e potreste non sapere!) di lui:

  1. Il papà di Charles, Joseph-François Baudelaire,  era un ex sacerdote nonché capo degli uffici amministrativi del Senato. Interessante che un poeta così licenzioso fosse figlio di un uomo che era totalmente il suo opposto! Purtroppo, il padre era piuttosto avanti con l’età, e morì all’età di sessant’anni che Charles ne aveva solo sei; la madre, Caroline Archenbaut Dufayis, di molto più giovane (aveva 27 anni) si ri-sposò, e il piccolo Charles non le perdonò mai quello che riteneva un tradimento. Il loro rapporto era piuttosto tormentato; si evince dalle lettere che il poeta le scriveva:

“Se sapessi di quali pensieri mi nutro: la paura di morire prima di aver fatto quello che ho da fare; la paura della tua morte prima che ti abbia resa assolutamente felice, tu, l’unico essere con cui io possa vivere dolcemente, senza sotterfugi, senza menzogne … Io, ti ho amata appassionatamente nella mia infanzia; più tardi, spinto dalle tue ingiustizie, ti ho mancato di rispetto… spesso me ne sono pentito… Ma ormai il male è fatto, fatto dalle tue imprudenze e dalle mie colpe.

Charles Baudelaire - foto tratta da : occhionotizie.it
Charles Baudelaire – foto tratta da : occhionotizie.it

Charles Baudelaire e i Fiori del Male

2. Charles fu processato, insieme al suo editore, per i suoi Fiori del Male: il procuratore Ernest Pinard nel 1857 mise sotto accusa Baudelaire e il suo editore Poulet-Malassis. L’opera era, infatti, “ritenuta offensiva per la morale pubblica”; così, il 20 agosto 1857 vennero censurate sei liriche delle tredici incriminate. Il poeta fu inoltre condannato a pagare un’ammenda di 300 franchi per aver “oltraggiato la morale pubblica, la religione e i buoni costumi”: secondo Pinard, l’opera di Baudelaire portava «all’eccitazione dei sensi». Dalle carte del processo si sono ritrovate alcune interessanti dichiarazioni dell’auto difesa di Charles, che pose questo interrogativo alla giuria:

«Da circa trent’anni, la letteratura ha assunto una tale libertà che di colpo si vuole punire in me. È giusto questo?»

Charles Baudelaire : I Fiori del Male - foto da : Studentville
Charles Baudelaire : I Fiori del Male – foto da : Studentville

Charles Baudelaire e la Venere Nera

3. La musa per eccellenza di Charles fu Jeanne Duval, detta la “Venere Nera”: Jeanne era un’attrice e ballerina di origine haitiane, africane e francesi e figlia illegittima di una prostituta. La loro fu una storia passionale ed una relazione d’amore turbolenta. A lei Baudelaire scrisse:

“La mia anima viaggia sul profumo come l’anima degli altri viaggia sulla musica. […] I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature: contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.[…] Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere. Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi”.

Jeanne Duval - foto da : frammentirivista.it
Jeanne Duval – foto da : frammentirivista.it

Charles Baudelaire e l’amore per il gotico

4. Charles amava profondamente Edgar Allan Poe… non a caso l’influenza del gotico è evidente anche ne I Fiori del Male. Ma quello che molti non sanno è che quella di Baudelaire non era soltanto una passione, e che anzi si può dire che sia stato proprio lui lo scopritore di Poe in Europa. Il 9 marzo 1856 scrive a Sainte-Beuve:

“Occorre cioè desidero che Edgar Allan Poe, che non è gran cosa in America, diventi un grande uomo per la Francia”.

Charles Baudelaire - Edgar Allan Poe e il Gatto Nero - foto dal web
Charles Baudelaire – Edgar Allan Poe e il Gatto Nero – foto dal web

Charles Baudelaire e i gatti

5. Charles amava i gatti. O, perlomeno, ne aveva uno. Scrisse, infatti, ben tre poesie dedicate al felino domestico. Eccone alcuni versi:

“Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore amoroso;
Trattieni le unghie della tua zampa,
E lasciami sprofondare nei tuoi occhi belli,
Misti di metallo e d’agata. “