Il 13 Maggio 1940, a Sheffield, nacque Charles Bruce Chatwin, uno scrittore e viaggiatore inglese. Tra le sue opere si ricordano proprio romanzi e racconti di viaggio. Si spense a Nizza il 18 Gennaio 1989.
Charles Bruce Chatwin, lo scrittore viaggiatore: biografia e opere
“Più libri leggevo, più mi convincevo che i nomadi erano stati il motore della storia”.
Charles Bruce Chatwin
Chatwin nacque nello Yorkshire nel 1940. Studiò presso il Marlborough College nel Wiltshire. Iniziò a lavorare nella famosa casa d’aste londinese Sotheby’s nel 1958. All’età di ventisei anni decise di abbandonare questo lavoro e si iscrisse all’Università di Edimburgo perché appassionato di archeologia. Iniziò a viaggiare nel 1967. Si diresse in Afghanistan con Peter Levi e successivamente in Africa. Qui si appassionò al fenomeno del nomadismo. Successivamente, nel 1973, trovò lavoro nel Sunday Times Magazine come consulente di arte e di architettura. Durante la sua carriera intervistò personaggi come André Malraux (in Francia), Nadezda Mandel’stam (in Unione Sovietica) e Eileen Gray (nel suo studio di Parigi).
Viaggiò ancora e trascorse sei mesi in Patagonia. Il frutto di questa esperienza fu un libro divenuto famoso dal titolo “In Patagonia” del 1977; questo lo fece divenire agli occhi del pubblico un vero e proprio scrittore. Durante la sua vita si sposò con Elizabeth Chanler; divorziò da lei dopo quindici anni di matrimonio. Verso la fine degli anni Ottanta Chatwin si ammalò di AIDS. Non rispondendo alle cure decise, insieme alla ex moglie, di trasferirsi nel sud della Francia per trascorrere gli ultimi tempi. Morì a Nizza all’età di soli 49 anni.
Stile
Il suo stile nella scrittura era molto narrativo anche se lapidario. Era stato altamente criticato per la sua innata fantasia nell’ attribuire aneddoti non veri a persone e posti reali. Howard Hodgkin, per esempio, disse che quello che aveva scritto su di lui non corrispondeva completamente alla verità. Tra le sue opere più note si ricordano: “Via della Legge”, “In Patagonia” e “Sulla collina nera”.
Giusy Celeste
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