Centinaia di turisti sul luogo del disastro, a caccia dello scatto proibito.
Chernobyl. È successo nuovamente. Dopo i cancelli di Auschwitz e la tomba di Pablo Escobar, la nuova scenografia dello scatto perfetto è la centrale nucleare Vladimir Lenin.
A 30 anni dall’evacuazione di oltre 336mila persone, il flusso sembra essersi invertito. Dopo il successo dell’omonima serie TV, scritta da Craig Mazin e diretta da Johan Renck, Chernobyl è diventata una vera e propria meta di pellegrinaggio.
Chernobyl, la serie del momento
Sono bastate cinque puntate a Chernobyl per diventare il nuovo fenomeno di massa. Una mini serie che ha ricostruito l’esplosione, le omissioni, le responsabilità, gli errori e le inchieste del più noto disastro nucleare della storia.
Chi l’ha visto parla di un capolavoro, ma buona parte dei russi filo-governativi non concorda e ne critica aspramente la sceneggiatura. Secondo le critiche, gli USA avrebbero stravolto la storia per nascondere le responsabilità della CIA nel disastro. La Russia è pronta a girare una propria versione della serie.
Secondo le prime stime, tra Maggio e Giugno 2019, le visite turistiche nell’area di Chernobyl sono aumentate del 40%. I turisti partono quasi tutti da Kiev, alcuni con la propria vettura, altri con pullman organizzati. 120 chilometri per un selfie sul luogo del disastro: finte maschere antigas e macchine fotografiche, per una gita perfetta.
Chernobyl, per una manciata di like
A Chernobyl inizia la festa. I turisti si abbracciano davanti al reattore 4, quello che esplose nella notte del 26 Aprile 1986. Sorridono, cercano la posa migliore e scattano: centinaia di selfie lanciati sul web. Da Facebook a Instagram, da Twitter a Snapchat: la macabra scia della realtà trasformata in fiction.
C’è molta fantasia negli scatti: alcuni preferiscono la ruota panoramica, usurata dalle radiazioni; altri salgono a bordo degli autobus abbandonati, distrutti dall’esplosione. I più simpatici fingono di giocare con le giostre abbandonate o scherzano con il simbolo «pericolo di radiazioni».
Una modella, fondatrice di una linea di bikini, si è fatta fotografare su un’altalena, mentre volgeva lo sguardo in lontananza, verso il futuro. Sedeva nello stesso punto in cui giocavano i bambini di Chernobyl, ignari che per loro c’era solo il presente.
Un’altra influencer, invece, ha scelto di fotografarsi nel paese abbandonato di Pripyat, a tre chilometri dalla centrale: due foto in intimo, davanti a un muro dilaniato dalle radiazioni.
Quando la Realtà diventa Fiction
Un fiume di persone, dunque, si sta riversando a Chernobyl e una pioggia di insulti sta ricoprendo gli autori dei selfie. Decine di post sono stati cancellati, ma ormai è troppo tardi: la rete non perdona.
Il fenomeno sembra essere fuori controllo, tanto da spingere il creatore della serie, Craig Mazin, a rimproverare i propri fan su Twitter: «Ho visto le foto in giro: se visitate Chernobyl, per favore ricordate che lì è avvenuta una tragedia terribile. Comportatevi in modo rispettoso per chi ha sofferto e per le vittime».
Migliaia di persone subiscono ancora oggi le conseguenze del disastro.
Visitiamo Chernobyl per Ricordare, non per essere ricordati.