Chi è Giulia Schiff: perchè è stata espulsa dall’Aeronautica Italiana, ora combatte a Kiev

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Di Redazione Metropolitan

Giulia Schiff, 23enne originaria di Mira (Venezia) ed ex pilota dell’Aeronautica militare, dall’inizio della guerra è a Kiev per combattere come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina, unica donna del gruppo. Su Instagram pubblica story come quella qua sotto, che la mostra su una strada ucraina tra mezzi abbandonati e cavalli di frisia. Nei primi giorni dell’invasione aveva scritto sui social: “Non vedo da parte dell’Europa la reazione che meriterebbe lo scempio che sta subendo l’Ucraina da parte di Putin. Non ci sono giustificazioni per non reagire. Bisogna soccorrere un Paese che non si può difendere da solo invaso da una delle potenze del mondo tra l’altro con motivazioni ridicole… a maggior ragione che è nostro vicino di casa. Quante parole inutili, ma quali sanzioni? Perché potremo veramente aiutare e invece stiamo a guardare? Veramente si stanno preoccupando del rincaro del gas e dei profughi che emigreranno? Tutta questa ipocrisia avrà delle conseguenze. Vergogna”.

Ex allieva dell’Accademia di Pozzuoli, Giulia Schiff aveva denunciato più volte di essere stata vittima di episodi di mobbing e nonnismo rispetto ai quali è in corso un processo ad alcuni sottoufficiali dell’aeronautica per lesioni pluriaggravate in concorso e ingiuria. Ha sempre sostenuto che sia stato per quella denuncia penale che scattò l’espulsione dall’Aeronautica, ufficialmente motivata da “inattitudine militare e professionale”. I ricorsi presentati al Tar e al Consiglio di Stato, tuttavia, non sono andati a suo favore, ed è stata pure condannata a pagare le spese processuali.

Le accuse ai militari ruotano in particolare attorno a un “battesimo del volo”, un rito di iniziazione risalente all’aprile 2018 e ripreso in un video, durante il quale l’allora diciannovenne dopo essere stata sollevata da terra e tenuta ferma per le gambe e le braccia venne dapprima colpita con violenza sul fondoschiena con dei fustelli di legno (il suo legale parla di “cento frustrate”), poi le venne fatta urtare la testa contro una semiala e infine fu gettata in piscina. Nel filmato la si sente urlare “mi fate male”, piangere e singhiozzare. La fine del rito viene suggellata con una stretta di mano, mentre l’allieva è ancora in acqua, e un bacio su entrambe le guance. 

Mentre è in missione in Ucraina, la ragazza veneziana sta anche realizzando un reportage per la trasmissione televisiva “Le Iene”, che si era occupata del suo caso. Nonostante la sua espulsione, spiega il programma, Schiff non ha rinunciato al sogno di poter aiutare il prossimo, decidendo di partire per le terre del conflitto e unirsi ai soldati giunti da tutto il mondo.