Chiesa: capitano alla Fiorentina o comprimario in una grande squadra?

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Di Redazione Metropolitan

Federico Chiesa continua a rimanere sospeso in una sorta di “limbo“. Il giovane talento della Fiorentina, già in odore di partenza da un paio di stagioni, dovrà scegliere, in estate, se compiere il grande salto o diventare un’icona della squadra viola.

Chiesa: tra mercato e rinnovo

Federico Chiesa – Il calcio giocato è stato costretto a fermarsi a causa dell‘emergenza coronavirus. Molte squadre stanno allora approfittando di questo periodo per programmare la prossima stagione, in attesa di capire se potranno concludere quella in corso. Tra queste c’è la Fiorentina. Il DS Pradè è alle prese con diverse questioni irrisolte, tra cui quelle relative al calciomercato. C’è da capire soprattutto quali saranno le intenzioni di Federico Chiesa, vero e proprio oggetto dei desideri di diverse squadre importanti. Prima fra tutte la Juventus, che sembra pronta a tornare alla carica quest’estate. La volontà di trattenere il ragazzo c’è tutta, tant’è vero che si parla di un possibile rinnovo a cifre monstre per l’ambiente: 4,5 milioni, un ingaggio pari a quello di Ribery. Per far desistere Chiesa dal richiamo di squadre più blasonate, poi, Commisso vorrebbe farne un vero e proprio simbolo della squadra e di Firenze, affidandogli la fascia da capitano . Dopo una stagione trascorsa tra alti e bassi, potrebbe forse essere questa la scelta migliore per il classe ’97.

Chiesa, una stagione tra alti e bassi

La stagione di Federico Chiesa era cominciata con una promessa infranta: la nuova proprietà italo-americana gli impedisce di andare alla Juventus, blandendolo con la promessa di costruirgli la squadra attorno. Una magra consolazione per un ragazzo che comincia a sentire il peso delle occasioni importanti che sfumano. Un malinconia che viene solo parzialmente mitigata dall’acquisto di Franck Ribery. Il francese si rivela un ottimo compagno di reparto per il ragazzo, ma finisce per eclissarne il talento agli occhi dei tifosi .

Prova ne è la partita di San Siro contro il Milan nella quale Ribery dispensa gol e assist, mentre Chiesa sbaglia un calcio di rigore. Non è un caso che solo l’infortunio dell’ex Bayern abbia consentito al ’97 di diventare più decisivo in termini di gol e prestazioni. Chiesa ha già eguagliato il suo record stagionale di marcature (6) ed è titolare indiscusso dell’undici viola. Ciononostante continua a mostrare una certa incostanza di rendimento alternando prestazioni eccellenti (come contro Napoli e Sampdoria) ad altre meno brillanti come contro l’Udinese. Può darsi che il suo talento venga inficiato dai limiti di una squadra poco competitiva, ma siamo sicuri che riuscirebbe ad emergere nel contesto di una grande squadra?

Chiesa alla Juventus: dall’ingombrante Ronaldo al precedente Bernardeschi

Se, come sembra, Chiesa dovesse scegliere la strada di Torino in estate, a quali insidie andrebbe incontro? Senza starci troppo a girare intorno, il primo pericolo sarebbe sicuramente Cristiano Ronaldo. Il portoghese è padrone incontrastato della fascia sinistra (di competenza del ventitreenne) e sembra difficile che qualcuno riesca a scalzarlo. La presenza di un nutrito nugolo di campioni impedirebbe a Chiesa (giocatore comunque in grado di svariare su tutta la trequarti), di affermarsi titolare. Torino è un ambiente ben diverso dalla “comfort zone” di Firenze, un ambiente nel quale anche il fenomeno portoghese ha finito per essere in discussione.

Se poi si vuole fare un confronto con il recente passato viola, non si può non citare il caso di Federico Bernardeschi. Giocatore piuttosto simile a Chiesa, anch’egli arrivato sotto la Mole carico di aspettative, ha finito per affievolirsi lentamente tra molte panchine e sporadici acuti. Chiesa non è ancora un giocatore da grande squadra, in quanto non possiede un repertorio tanto vasto da poter risaltare. Gli manca, ad esempio, una certa imprevedibilità nelle giocate (che un Dybala, tanto per citare, possiede), una struttura fisica davvero importante e una certa lucidità negli ultimi metri. Corsa, spirito di sacrificio e “cattiveria” agonistica i punti di forza. A ciò unisce buone capacità di dribbling (da migliorare nello stretto) e una buona dote nello smistare passaggi.

Restare a Firenze per diventare un idolo

Difficilmente Chiesa potrebbe, ora come ora, alzare l’asticella di qualche top team europeo. Se la sua ambizione è quella di ritagliarsi un ruolo da protagonista assoluto, accettare le avances viola potrebbe rivelarsi una scelta azzeccata. Chiesa appartiene a quel novero di giocatori il cui talento c’è, ma non abbastanza per imporsi ad altissimi livelli. A 23 anni, il rischio di bruciarsi la carriera in un top team è alto. Certo, restare impantanato troppo a lungo in una squadra che non disputa le coppe potrebbe forse rappresentare la sentenza definitiva sulle sue ambizioni. I margini di miglioramento, vista l’età, sono tra l’altro ampi, ma per non “sprecarsi” c’è bisogno di un salto di qualità evidente che, quest’anno, non si è visto.