È stato un trionfo oltre ogni aspettativa quello di Chloé Zhao alla notte degli Oscar di ieri. Il suo film “Nomadland” si è aggiudicato ben tre delle statuette più ambite, quelle per Miglior Film, Miglior Regista e Miglior Attrice Protagonista. E se il riconoscimento a questa straordinaria cineasta veniva dato per certo, altrettante scontate non erano le altre vittorie. Si tratta di un momento storico per l’Academy, che per la seconda volta in 93 anni premia la regia di una donna. Inoltre, in quanto prima regista donna di origini asiatiche a vincere, il record infranto è doppio. Dopo avere ringraziato gli altri nominati e i propri collaboratori, Chloé Zhao ha pronunciato queste parole:
“Di recente ho riflettuto molto sul modo in cui continuo ad andare avanti quando le cose si fanno difficili. E penso che sia riconducibile a qualcosa che ho appreso da piccola. In Cina ero solita fare questo gioco con mio padre. Memorizzavamo poesie e testi classici cinesi. Li recitavamo insieme, cercando di finire l’uno le frasi dell’altro. C’è una poesia che ricordo con grande affetto. S’intitola il “Classico dei tre caratteri”. La prima frase recita: ‘Le persone alla nascita sono intrinsecamente buone’. Quella frase ha avuto un forte impatto su di me, quando ero una bambina. Ancora oggi credo nel suo significato, anche se a volte sembra vero il contrario. Ho sempre trovato del buono nelle persone che ho incontrato, ovunque andassi nel mondo. Quindi questo premio lo dedico a chiunque abbia la fede e il coraggio di rimanere fedele alla bontà che ha in sé, e alla bontà che è negli altri, a dispetto di quanto sia difficile a volte. Questo è per voi, voi mi ispirate ad andare avanti. Grazie”.
Biografia, carriera e progetti futuri di Chloé Zhao
Nata a Pechino nel 1982 da padre dirigente e madre infermiera, Chloé Zhao si descrive come una teenager ribelle, pigra negli studi, che amava disegnare fumetti manga, scrivere storie e il cinema. Appena quindicenne, pur parlando poco l’inglese, viene mandata dai genitori a studiare in una scuola privata in Inghilterra. Completa la sua formazione scolastica negli Stati Uniti, dove consegue una laurea in scienze politiche e s’iscrive al corso di film production della Tisch School of the Arts dell’università di New York. Fra le proprie fonti d’ispirazione, Chloé cita la cultura occidentale, i western, Spike Lee, Ang Lee, Terrence Malick e Werner Herzog. Le sue posizioni estremamente critiche rispetto al governo cinese l’hanno resa vittima della censura nel suo Paese natale.
Nel 2015 dirige il suo primo film “Songs My Brothers Taught Me”, girato in una riserva indiana in South Dakota e incentrato sul rapporto fra un ragazzo sioux e la sorella minore. La pellicola debutta al Sundance Film Festival, per poi venire proiettato a Cannes e conquistare il premio per il miglior esordio agli Independent Spirit Awards. Un successo replicato nel 2017 con “The Rider – Il sogno di un cowboy”, toccante dramma contemporaneo a sfondo western. Come per la sua opera precedente, Zhao si avvale di attori non professionisti, gli stessi abitanti del ranch in cui si svolgono le riprese. La consacrazione definitiva arriva con “Nomadland”, storia dell’esistenza nomade di una donna (Frances McDormand) colpita dal lutto del marito. Il film si aggiudica il Leone d’oro al Festival di Venezia, a cui fanno seguito il Golden Globe per la regia e, finalmente, il clamoroso trionfo agli Oscar.
Con gli occhi del mondo ora puntati su di lei, Chloé Zhao si prepara al debutto nelle sale del blockbuster Marvel “Eternals”, previsto per il 5 novembre di quest’anno. Nel frattempo, Amazon Studios ha già approvato il suo prossimo progetto: un western biografico su Bass Reeves, il primo vicesceriffo federale nero della storia americana.
Sergio Rosi
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