Alla luce della recente dichiarazione di Giuseppe Conte, l’Italia si prepara alla cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Una fase che dovrebbe teoricamente far ripartire, anche se lentamente, l’economia dell’intero paese ma che, per ovvi motivi, dovrà scontrarsi con innumerevoli difficoltà di tipo pratico e finanziario. Tra i settori più colpiti e, bisogna dirlo, ignorato c’è quello dello spettacolo. L’arte, la musica, il teatro e soprattutto il Cinema soffrono in questo momento.

Cinema Fase 2
Cinema Fase 2. PhotoCredit: Web

Sicurezza

Questo articolo non è un attacco a un decreto specifico o a Conte (un uomo che non invidio affatto, considerata la metaforica “patata bollente” che si è ritrovato tra le mani) ma piuttosto a certe voci (per il momento non confermate) che vorrebbero, tra gli altri, cinema e teatri chiusi fino al prossimo inverno mentre altre attività che prevedono grandi assembramenti (i bar e i ristoranti, per esempio) potrebbero riaprire massimo tra un mese. Tante congetture e poche certezze ma una cosa è sicura: il mondo dello spettacolo continua ad essere ignorato.

Voglio chiarire una cosa. Io so che quello dell’Arte è un settore di non primaria necessità e che chiaramente ci sono categorie davvero vitali per la sopravvivenza di ogni giorno. Eppure c’è gente che si ostina ancora a sottovalutare o addirittura a non capire.

Andare al Cinema è sempre stata una scelta, non un obbligo. Il Cinema inteso come sala (cosa che di fatto è!) è una realtà a sé e che non deve dipendere dall’intrattenimento casalingo. Questo perché è un mercato che si regge sulle sale cinematografiche e sulla successiva (talvolta contemporanea) distribuzione in Home Video e non solo su una delle due cose prese singolarmente.

Gli incassi di un film non servono solo ai finanziatori e ai produttori ma anche agli addetti ai lavori, agli esercenti delle sale e tante altre persone che prestano i propri servizi e soldi per un progetto che non può contare solo sulla diffusione sul web. Perché (incredibile ma vero) non tutti possono permettersi una connessione Internet o trenta piattaforme on demand che peraltro contribuiscono involontariamente ad intensificare la pirateria.

Gli Artisti ma non solo

Quello che sta succedendo ora nel mondo è un caso particolare ed è stato giusto tenere chiuse le attività ma riaprire i luoghi artistici troppo tardi potrebbe rappresentare la fine per tante sale e organizzazioni private (persone che lavorano per passione ma non solo che si ritroveranno a casa e non per una quarantena), teatri, festival indipendenti e soprattutto per tante persone che lavorano nell’ambito. Tecnici, attrezzisti, registi, sceneggiatori, attori, attrici, produttori e altre figure professionali che dovranno lottare con le unghie e con i denti per riuscire a sopravvivere all’estate che verrà.

Il Cinema

Nessuno ha mai obbligato qualcuno ad andare al cinema, ci mancherebbe. Come nessuno ha mai obbligato qualcuno ad andare a teatro o ai concerti musicali. Eppure è bene stabilirlo: il web non deve e non può essere l’unica strada per uscire dalla situazione attuale (anche perché non è la più remunerativa e non lo dico io ma gente che ne sa più di me riguardo il settore marketing/vendite).

E in tutto ciò, non dobbiamo certo dimenticarci che i problemi più gravi sono ben altri. Come la salute di ciascuno di noi e dei nostri cari.

Questo articolo non parla per tutti i professionisti costretti alla quarantena ma è soltanto lo sfogo di una persona che lavora nell’ambito e che di fronte a set rinviati, provvedimenti inesistenti e tanti amici/colleghi (con famiglie) in crisi nera, faticherà più di prima.

Cinema Fase 2
Cinema Fase 2. PhotoCredit: Web

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