Claude Monet, il cacciatore di impressioni

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Di Redazione Metropolitan

Claude Monet nasce a Parigi il 14 novembre 1840. È stato un famoso e prolifico pittore francese, considerato uno dei fondatori dell’impressionismo francese.

Sin dagli anni della giovinezza, trascorsi in Normandia, lontano dalla sua città d’orgine, Parigi, l’arte si è palesata nelle sue forme più semplici: disegno e caricature.

Nelle sue biografie si racconta che marinava spesso la scuola per andare a sedersi dinanzi al mare, il quale diverrà uno dei suoi soggetti preferiti.

Non ha iniziato sin da subito a dipingere paesaggi: l’amore e l’ossessione per la natura arrivarono in seguito quando capì che ovunque andasse ricercava sempre il mare. Motivo per il quale, ogni volta che si trasferiva in una nuova casa, ne sceglieva sempre una vicino il mare. Anche la Senna, altro soggetto preferito, diviene la spina dorsale di tutta la sua vita.

Claude Monet seguì l’acqua per tutta la vita, cercando di dipingere insieme ad essa la luce e l’aria.

Quello di poter cogliere la natura nella sua dinamicità fu un obiettivo, per Monet, primario ma irraggiungibile ma che non lo scoraggiò dal tentativo di raggiungerlo.

Questo profondo desiderio di catturare nell’eternità dell’arte la natura, lo costrinse ad una pittura en plein air. Il suo studio divenne una barca sulla riva della Senna nella cittadina di Argenteuil, piccola cittadina dove si trasferì nel 1871.

Ma dipingere all’aria aperta significa affrontare ogni intemperie. La natura può essere terribile e Monet cerca di affrontarla fallendo, però, contro la sua potenza.

Numerosi sono i racconti di un Claude Monet arrabbiato, che distrugge o da fuoco alle sue tele.

Quello di Argenteuil fu un periodo di grande splendore artistico, stimolato anche dalla presenza di amici quali Renoir e Sisley. Fu proprio insieme e grazie a loro, ai quali si aggiunsero successivamente Cezanne, Degas, Boudin e altri, che Monet decise di dare una costituzione ufficiale alle sue opere.

L’occasione fu una mostra artistica nei locali di un vecchio studio fotografico. Tra i dipinti Monet espose Impressione, levar del sole. Le critiche al dipinto furono molto aspre ma se ne ricorda una in particolare in cui il critico esprime così il suo disappunto: Je suis impressionée.

Claude Monet
Claude Monet. Impressione, levar del sole
photocredit:googleimages

Da quel momento Claude Monet e i suoi colleghi adottarono l’appellativo impressionisti

Ciò che definisce, ma non abbraccia completamente, il termine impressionismo, è appunto l’impressione di un paesaggio ma ancor più la sensazione che quel paesaggio scaturisce in chi lo osserva.

Claude Monet era stanco di cercare il paesaggio perfetto così, nel 1890, dopo essersi trasferito a Giverny, iniziò la costruzione del celebre stagno delle ninfee.

Ciò che Claude Monet cercava di catturare erano i riflessi impercettibili di luce, e colori, su i fiori, sull’acqua.

Claude Monet
Claude Monet, Le Ninfee
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Quando la costruzione del giardino arriverà al termine, Monet sarà circondato dalla natura che lui stesso aveva rincorso per tutta la vita, trovando l’ispirazione massima nelle ninfee.

Con il sopraggiungere dell’età, arrivarono anche i primi malanni. Il peggiore lo colpisce agli occhi, il suo strumento per eccellenza. Ma Claude Monet abbraccia la malattia in una nuova visione artistica. Lo stagno costruito assume sembianze spaventose ma Monet ne scompone l’immagine, traendone una nuova ispirazione.

Alcuni lutti familiari, poi, condurranno Monet verso una condizione di apatia dal quale solo il suo amico fidato George Clemenceau riuscirà a farlo uscire.

Claude Monet
Claude Monet, Le Ninfee (Musée de l’Orangerie)
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Un’amicizia fondata principalmente sulla grande stima artistica che il ministro della guerra nutriva verso il pittore. Sarà proprio lui a commissionargli le opere per l’ultima mostra di Claude Monet per la decorazione delle due sale ovali del Musée de l’Orangerie. Ovviamente sono le ninfee le protagoniste indiscusse dell’opera.