Benvenute e benvenuti su CoffeeNSupes, la rubrica sui supereroi da leggere in pausa caffè!
Tazzina alla mano, vi accompagnerò in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei film sui supereroi più e meno conosciuti fino a spingerci nelle profondità della psicologia, filosofia, sociologia, mitologia e narrativa nascoste tra le righe degli affascinanti eroi e villain moderni.
In questo appuntamento parleremo del film The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro, soffermandoci in particolare sulla figura di Gwen Stacy. Ma prima, rewind: nelle puntate precedenti abbiamo analizzato la trilogia di Sam Raimi dedicata all’Uomo Ragno e abbiamo trattato dell’espediente narrativo della morte dei genitori partendo dal film The Amazing Spiderman. Ora, zuccherate i caffè e allacciate i mantelli…
Nerds, assemble!
The Amazing Spider-Man: Peter e Gwen
The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro conclude il reboot diretto da Marc Webb dedicato all’Uomo Ragno. Nonostante la delusione dei villain poco approfonditi, possiamo considerare le loro storyline come tessere necessarie per condurre la trama e i personaggi ad una delle scene più belle emotivamente e visivamente di tutti i cinecomics ad ora usciti. Il personaggio di Gwen Stacy (e l’interpretazione di Emma Stone) è ciò che dà valore a questo capitolo.
Con lei ci troviamo di fronte al classico archetipo narrativo della principessa, che racchiude in sé gli stereotipi dell’interesse amoroso dell’eroe e della damigella in pericolo. La caratterizzazione di Gwen è però altamente realistica, incarnando il giusto equilibrio tra personaggio classico e rappresentazione verosimile di una ragazza che è ben di più della semplice fidanzata di Spider-Man. Acuta, coraggiosa, testarda, Gwen dimostra il suo amore a Peter soprattutto supportandolo profondamente nella sua missione da supereroe.
In loving memory of Gwen Stacy
Nel film precedente il padre di Gwen, capitano della polizia, poco prima di morire aveva fatto promettere a Peter che avrebbe lasciato la figlia per proteggerla dalla sua attività di vigilante. Ma Spider-Man non riesce ad allontanarsi e finisce inevitabilmente con il ricominciare a frequentarla. La sua missione diventa quella di mantenere quest’ultima promessa senza dover rinunciare a Gwen. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, ed è sua responsabilità proteggere l’amore della sua vita. Tuttavia entrano in gioco Harry Osborn (Dane DeHaan), ormai diventato Goblin, ed Electro (Jamie Foxx).
Dopo aver eliminato quest’ultimo grazie al piano di Gwen, Goblin, per vendicarsi del supereroe, la lascia cadere all’interno della torre dell’orologio della centrale elettrica. In un primo momento Peter riesce a salvarla assicurandola ad un ingranaggio con la sua ragnatela, ma poco dopo questa si spezza e nel corso di un ticchettio che sembra durare un’infinità Gwen cade nel vuoto. Peter lancia la sua ragnatela che in quel momento diventa un’estensione del suo braccio, ramificata in cinque dita disperate che tentano di salvare la vita della ragazza. La ragnatela viaggia nel vuoto in mezzo agli ingranaggi finché non raggiunge il busto di Gwen afferrandola a pochi istanti dal pavimento. La speranza però è rotta da uno snap.
La morte dell’innocenza
Nel tentativo di salvarla Peter la uccide. La lunga caduta e il repentino blocco dovuto alla ragnatela le fanno sbattere la testa contro il pavimento. Nel fumetto, invece, il colpo di frusta le spezza all’istante il collo. Lo shock per il supereroe è tale da fargli abbandonare la maschera per mesi. È divorato dal senso di colpa. Non ha mantenuto la promessa fatta al padre di Gwen, ha fallito nella sua missione, è stato lui a causare la morte dell’amata. Sa bene che se solo non fosse mai entrato nella vita della ragazza lei sarebbe ancora viva.
Le vittorie contro i criminali e il volteggiare tra i grattacieli di New York avevano ingannato Spider-Man, lo avevano ammaliato e persuaso fino a renderlo imprudente ed avventato. Da quel momento sprofonda in un mondo più crudo, più realistico, più maturo. Un’amara rassegnazione che porta il supereroe ad una più profonda presa di coscienza di quella responsabilità che deriva dai suoi poteri. Quello snap pone fine all’impertinente convinzione adolescenziale di Peter di essere invincibile ed immortale.
Ci crediamo tutti immortali. Ma quello che più dà valore alla vita è che non dura per sempre. Ciò che la rende preziosa è che finisce. Il tempo è fortuna, quindi utilizzate la vostra vita al meglio. Combattete per ciò che vi sta a cuore, qualunque cosa sia. Perché anche se non ci riusciamo è comunque un gran bel modo di vivere.
La principessa uccisa dall’eroe
La morte di Gwen fa male per tanti motivi. Uno di questi è che la sua fine è causata da Peter stesso. Dal supereroe che avrebbe dovuto salvarla, dal ragazzo che per amore avrebbe dovuto proteggerla. Si ribalta il topos narrativo, l’archetipo della principessa si conclude in modo tragico. Non esiste più “ricompensa” d’amore per l’eroe, la damigella in pericolo finisce nelle fauci del drago. È il trionfo del male sul bene, della morte sulla vita.
Non esiste lieto fine, e non (solo) per colpa del villain. È l’eroe qui ad aver fallito la sua funzione, e se anche lui fallisce allora chi può sconfiggere il male? Se l’eroe perde la speranza, chi può darla ai cittadini? Se perfino l’amore della sua vita può morire non esiste salvezza per nessun altro. Il dubbio avanza, mette in discussione l’infallibilità della figura del supereroe. Evidenzia ancor di più che dietro maschere e mantelli, nella maggior parte dei casi, si nascondono persone comuni che possono morire e che possono fallire. Persone comuni che, involontariamente, possono macchiarsi le mani del sangue degli innocenti.
Ciò che rende preziosa la vita è che finisce
Quante volte ci è capitato di svegliarci nel cuore della notte terrorizzati per aver sognato la morte di chi amiamo? Veniamo assaliti da una sensazione di impotenza, di vuoto, di panico. E quando quell’incubo diventa realtà è la sensazione più orribile che si possa provare nella vita. L’incertezza sguscia nelle nostre vite. Ci convinciamo per sopravvivenza che è la vita a vincere giorno dopo giorno, ma la verità è che la morte gioca a lungo termine e prima o poi sarà lei a riscuotere il premio. Una consapevolezza in grado di far sprofondare le menti ma, proprio come dice Gwen, è questa dura realtà che dà valore all’esistenza.
Ci tormentiamo la vita tentando di proteggere e far restare al sicuro le persone che amiamo, quelle persone per le quali saremmo disposti a qualsiasi cosa. Sguardi di controllo, messaggi di rassicurazione, sono tutte ragnatele che tendiamo e stiriamo verso i nostri cari, ma non servono ad altro se non ad ingannarci di avere in qualche modo il controllo dello snap. Ma non esiste certezza se non quella che prima o poi arriverà. Perciò, come Gwen ci insegna, la cosa importante, e l’unica sulla quale abbiamo un reale controllo, non è quanto vivremo ma ciò che facciamo con il tempo che abbiamo.
Continua a seguire la rubrica CoffeeNSupes per ripercorrere insieme tutti i film sui supereroi. Ti aspetto venerdì prossimo con un nuovo appuntamento!
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Rubrica a cura di Eleonora Chionni