Benvenute e benvenuti su CoffeeNSupes, la rubrica sui supereroi da leggere in pausa caffè!

Tazzina alla mano, vi accompagnerò in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei film sui supereroi più e meno conosciuti fino a spingerci nelle profondità della psicologia, filosofia, sociologia, mitologia e narrativa nascoste tra le righe degli affascinanti eroi e villain moderni.

In questo appuntamento parleremo del film Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno e concluderemo la trilogia di Christopher Nolan dedicata a Batman. Ma prima, rewind: nelle puntate precedenti abbiamo analizzato i primi due capitoli dedicati al Cavaliere Oscuro, soffermandoci sul concetto di paura e di giustizia. Ora, zuccherate i caffè e allacciate i mantelli…

Nerds, assemble!

La fine dell’uomo, l’inizio del simbolo

Con questo film del 2012 termina la trilogia di Christopher Nolan dedicata al Cavaliere Oscuro. Il regista ci ha regalato una lettura cinematografica introspettiva, dando profondità e sfaccettatura psicologica a Batman e ai suoi villain. È probabilmente questa componente ad aver affascinato il pubblico, bilanciata con buoni ritmi di azione soprattutto nel secondo capitolo. Molti sono però rimasti delusi dalla conclusione del Cavaliere Oscuro interpretato da Christian Bale, ritenendola non degna del supereroe vestito da pipistrello. Tuttavia, di molti finali che ci si potevano aspettare, questo è l’unico coerente con lo status psicologico del supereroe giunto a questo punto della sua storia, e pertanto l’unico realmente appropriato all’uomo e al simbolo che rappresenta.

L’esistenza del supereroe è pregna di simbolismi. Lo è la scelta del pipistrello, che rappresenta la paura dello stesso Bruce, lo è il Bat segnale con cui il commissario Gordon chiede aiuto al supereroe, lo è la decisione di catturare e non uccidere i criminali, di avere una doppia vita e un alter-ego. Batman stesso è un simbolo. Simbolo principalmente di giustizia e di speranza, ma andando più in profondità è simbolo di resistenza e resilienza. Un cavaliere moderno che agisce rispettando un nobile codice, che protegge i deboli e combatte chi minaccia la sicurezza della sua città, Gotham. Un cavaliere che continua a reagire ad ogni colpo, che continua ad alzarsi ad ogni caduta. Ma dietro alla maschera-simbolo, dentro all’armatura da cavaliere, c’è un uomo mortale. Bruce Wayne è umano, e in quanto tale ha un limite.

Bruce Wayne e la maschera di Batman nel film "Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno" - Photo Credits: Itakon
Bruce Wayne e la maschera di Batman – Photo Credits: Itakon

Il Cavaliere Oscuro è la risposta alla criminalità

L’idea era essere un simbolo. Batman poteva essere chiunque.” dice Bruce Wayne al giovane poliziotto Robin John Blake (Joseph Gordon-Levitt). Batman è sempre stato consapevole di non poter cambiare da solo il mondo, di non avere l’influenza e il potere per eliminare la criminalità da Gotham. Il Cavaliere Oscuro nasce per puntare i piedi in una società che rimane a guardare la sofferenza e l’ingiustizia, che si sposta di lato abbassando lo sguardo quando in un vicolo buio le persone vengono uccise e rapinate. Batman cerca di portare avanti un principio. Inizia ad agire perché sa che serve qualcuno che mostri agli altri che se nessuno fa niente, nessuno farà mai niente. Se quel qualcuno è un simbolo, una maschera, esso assume un’importanza ed un eco maggiori. Non è Bruce Wayne a combattere il crimine, è Batman. E Batman può essere chiunque.

Il punto del simbolo è il seguente. Un uomo può fallire, morire, passare al lato oscuro come è successo ad Harvey Dent. Il simbolo si innalza dalla natura umana. È fatto di valori, di idealismo e potenzialmente è immortale. L’essere umano non ha bisogno (solo) di eroi, ha bisogno di maschere che possano essere tramandate di generazione in generazione a uomini e donne che agiscono per una giusta causa semplicemente perché è la cosa giusta da fare, senza aspettarsi nulla in cambio. Un simbolo continuerà ad esistere, ad ispirare grandi e piccoli, ad invogliare gli oppressi a reagire e chi ha le capacità e i mezzi a combattere.

Batman si scontra con Bane - Photo Credits: Cinema Fanpage
Batman si scontra con Bane – Photo Credits: Cinema Fanpage

I tre cardini di Batman

Nel primo capitolo della trilogia, Batman ha dovuto combattere contro Ra’s al-Ghul e lo Spaventapasseri, ritrovandosi a fronteggiare il suo passato e la sua paura. Nel secondo lo abbiamo visto scontrarsi con Joker, caos e anarchia fatti a persona, e Harvey Dent, che ci ha mostrato come un eroe possa facilmente diventare il villain. Dopo sette anni in auto-esilio a piangere la morte di Rachel, della quale continua a sentirsi responsabile, Gotham viene minacciata da Bane (Tom Hardy), seguace della Setta delle Ombre. Bane ha un piano ben strutturato, è lineare e compatto, e mette alla prova un Batman ridotto a pezzi.

La scena della scalata del pozzo rispecchia il percorso dell’uomo. Parte dalla disperazione dovuta al dolore che fin da bambino lo ha avvolto come un mantello. Il passo successivo è la rabbia scatenata dalla voglia di reagire a quel dolore che alimenta il suo lato oscuro. La disperazione gli fornisce la motivazione, la rabbia lo sprint, ma ciò che manca è quella leva in grado di far ripartire il moto perpetuo di Batman. Dopo la morte di Rachel, Bruce è rimasto un fantasma fatto di dolore e rabbia. Ha perso la donna che rappresentava amore, famiglia e futuro. Senza questo, Bruce non teme nulla, ma è proprio la paura a renderlo lucido, a renderlo Batman. È solo nel momento in cui riesce a ripoggiarsi su tutti e tre i suoi cardini che il Cavaliere Oscuro fa ritorno.

Un frame della scena del pozzo - Photo Credits: FilmPost
Un frame della scena del pozzo – Photo Credits: FilmPost
Ma allora perché alla fine abbandona la maschera?

Perché Bruce Wayne è umano, e nessun mortale è in grado di mantenere troppo a lungo sulle proprie spalle il peso della responsabilità della giustizia e della salvezza del mondo. L’unico finale che un supereroe immagina per se stesso è la propria morte. Solo la fine dell’eroe può fermare la sua lotta contro il drago immortale della criminalità. Non ci si può aspettare che una persona voti la propria intera esistenza a quella responsabilità, perché prima o poi essa finirà per schiacciarlo, deformarlo e trasformarlo. Ogni supereroe agisce mosso dai propri cardini e quando essi smettono di sostenere la lotta l’uomo deve fermarsi. Ma non il simbolo. Per questo motivo la maschera dell’eroe assume un’importanza maggiore dell’eroe stesso. Anche se Bruce Wayne non sarà più Batman, Batman continuerà a proteggere Gotham.

Locandina del film "Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno" - Photo Credits: Wikipedia
Locandina del film “Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno” – Photo Credits: Wikipedia

Continua a seguire la rubrica CoffeeNSupes per ripercorrere insieme tutti i film sui supereroi. Ti aspetto giovedì prossimo con un nuovo appuntamento!

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Rubrica a cura di Eleonora Chionni