Benvenute e benvenuti su CoffeeNSupes, la rubrica sui supereroi da leggere in pausa caffè!
Tazzina alla mano, vi accompagnerò in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei film sui supereroi più e meno conosciuti fino a spingerci nelle profondità della psicologia, filosofia e sociologia nascosta tra le righe degli affascinanti eroi e villain moderni.
In questo appuntamento parleremo del film Iron Man 2 del 2010 e continueremo l’analisi del personaggio di Tony Stark. Ma prima, rewind: nelle puntate precedenti abbiamo introdotto il supereroe parlando del primo film a lui dedicato e abbiamo approfondito la figura di un altro Avenger, Hulk. Ora, zuccherate i caffè e allacciate i mantelli…
Nerds, assemble!
Iron Man 2 e la privatizzazione della pace
Nello scorso film dedicato al supereroe, avevamo lasciato Tony Stark ammettere in conferenza stampa di essere lui Iron Man. Questo nuovo capitolo dedicatogli, diretto anch’esso da Jon Favreau, è ambientato sei mesi dopo quella scioccante affermazione. Tony Stark ha “privatizzato la pace”, ma il governo degli Stati Uniti continua a fargli pressioni affinché consegni l’armatura all’esercito. Tony si oppone, memore di quanti danni e quanta morte abbiano causato le sue stesse armi e ben consapevole che l’armatura in mani sbagliate potrebbe essere veicolo di guerra anziché di pace.
Ed ecco che dalla Russia arriva Ivan Vanko (Mickey Rourke), figlio di quell’Anton Vanko che aveva lavorato insieme ad Howard Stark alla tecnologia del Reattore Arc, cuore dell’armatura di Iron Man. Ivan, dopo aver cercato invano di eliminare l’erede Stark, viene contattato da Justin Hammer (Sam Rockwell), un competitor delle Stark Industries che vuole costruire delle armature simili a quella di Iron Man con l’obiettivo di venderle al governo. La paura di Tony diventa realtà. Da una parte Hammer incarna la minaccia del mercato delle armi, dall’altra Ivan è la personificazione di ciò che un uomo guidato da odio e vendetta potrebbe fare sfruttando il potere dell’armatura di Iron Man.
La chiave per il futuro
Tuttavia più Tony usa l’armatura e il Reattore Arc che ha impiantato sul cuore più il suo sangue viene avvelenato. Consapevole della sua imminente morte, dopo aver promosso la sua assistente Pepper Potts (Gwyneth Paltrow) a CEO delle Stark Industries, si lascia andare all’alcool e alla depressione alla sua festa di compleanno. Solo il suo migliore amico, il tenente James Rhodes (Don Cheadle), è in grado di fermarlo dopo aver indossato una delle armature. Qui ci viene proposto un breve spunto per andare in profondità nella psicologia di Tony Stark. Anthony è un uomo incline ai vizi e all’eccesso, lato che era dominante prima che venisse catturato e prima della creazione di Iron Man. L’armatura gli dà non solo uno scopo per essere migliore, ma anche un alternativo stile di vita più sano ed orientato alla scienza. L’assenza di Iron Man lascerebbe Tony in preda alla depressione e all’autodistruzione.
Se Rhodey è l’unico in grado di fermarlo, Nick Fury (Samuel L. Jackson), direttore dello S.H.I.E.L.D., si dimostra essere l’unico capace di rimettere in riga il supereroe. Durante l’incontro, Tony scopre che la nuova assistente di Pepper, Natalie (Scarlett Johansson), è in realtà un’agente infiltrata dell’organizzazione spionistica antiterroristica S.H.I.E.L.D., che avevamo precedentemente conosciuto con l’agente Coulson (Clark Gregg) nel primo film. Fury consegna a Stark dei video di Howard Stark che portano Tony al modello in scala della Città del Futuro progettata dal padre. Tra le strade e gli edifici si nasconde la chiave per creare un nuovo elemento in grado di alimentare il Reattore Arc e salvare la vita di Tony: il palladio.
La spada e lo scudo
“Negli ultimi sei mesi Anthony Stark ha creato un’arma con incommensurabili possibilità. Eppure insiste che è solo uno scudo.”, dice Justin Hammer davanti alla commissione del governo che vuole convincere Tony a cedere l’armatura. Se si guarda la scena in lingua originale si può sentire come in inglese la parola tradotta come arma sia in realtà sword, spada. Una curiosa ed interessante scelta di parole in lingua originale, viste le due organizzazioni più importanti nell’universo Marvel: lo S.H.I.E.L.D., scudo, e lo S.W.O.R.D., spada.
Ma a questa frase si può dare un ulteriore significato per Tony Stark. Forse più di tutti gli altri Avengers, Iron Man può essere identificato tanto come scudo che come spada. Potremmo dire che per lui la miglior difesa è l’attacco, la miglior armatura è un’arma. Al contrario di Capitan America, che pur essendo un soldato cerca di evitare diplomaticamente il conflitto, Iron Man è propenso allo scontro, che sia esso verbale o fisico, e spesso usa una tagliente ironia proprio come meccanismo di difesa. Questa sua natura può forse essere più identificabile se si affianca all’affermazione di Hammer anche la frase che Stark stesso pronuncia a Loki in The Avengers: “Se non riusciremo a proteggere la Terra stai pur certo che la vendicheremo”.
Continua a seguire la rubrica CoffeeNSupes per ripercorrere insieme tutti i film sui supereroi. Ti aspetto giovedì prossimo con un nuovo appuntamento!
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Rubrica a cura di Eleonora Chionni