La causa della morte di Monica Vitti (2 febbraio 2022), oltre all’età è probabilmente imputabile alla malattia che la consumava da tempo. Poco dopo il matrimonio con il fotografo Roberto Russo, celebrato il 27 settembre del 2000 in Campidoglio, l’attrice aveva infatti scoperto di avere un morbo neurodegenerativo simile all’Alzheimer. Si era dunque ritirata dalle scene, dopo un’ultima intervista rilasciata nel 2002.
Da allora del suo stato sulla sua malattia si è scritto e detto tanto, ma sono trapelate solo pochissime informazioni verificate. Il fotografo e suo compagno di vita Roberto Russo in questi anni le è è rimasto sempre accanto, tutelando la sua privacy e stroncando sul nascere ogni falsa notizia sul suo conto. Fu lui stesso, ni un’intervista del 2016 a smentire le voci secondo cui l’attrice sarebbe stata ricoverata in una clinica svizzera lontano da casa «Più volte è apparsa in rete la notizia seconda la quale mia moglie Monica sarebbe da tempo ricoverata in una clinica svizzera specializzata e non capisco come sia nata questa fake news. Desidero pertanto smentire questa voce che con insistenza circola, rompendo per un attimo quella riservatezza da me tenuta in questi anni. Monica è sempre stata qui a casa a Roma con una badante e con me. E’ la mia presenza che fa la differenza per il dialogo che riesco a stabilire con i suoi occhi, non è vero che Monica viva isolata, fuori dal mondo».
Quando è iniziata la malattia di Monica Vitti

Una malattia degenerativa che l’ha colpita relativamente giovane e che appunto da 20 anni la costringeva lontana dal mondo del cinema che era stata la sua vita. L’ultima apparizione pubblica di Monica Vitti risale al 2002, quando presenziò alla prima italiana di “Notre-Dame de Paris”.
La “bufala” del ricovero in una clinica svizzera
Per anni si era diffusa la voce che proprio a causa della malattia la Vitti fosse ricoverata in una clinica svizzera. Una circostanza recentemente smentita proprio dal marito che ha riferito come la Vitti fosse sempre rimasta a vivere a Roma con lui e con una badante proprio perché la vicinanza delle persone care “è un fattore che fa la differenza”, aveva detto Roberto Russo.