Come poter comprendere Bitcoin e criptovalute, ovvero il mondo delle valute virtuali

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Di Redazione Metropolitan

Il poter comprendere, in modo più che esaustivo, Bitcoin e criptovalute, non può, assolutamente, prescindere dall’avere il più chiaro possibile, tanto la parte concettuale inerente Bitcoin e criptovalute, quanto tutto ciò che riguarda e che affronta gli aspetti storici, economici e legali.

Infatti, solo così, oltre che poter apprezzare i possibili benefici sociali che Bitcoin e criptovalute possono portare, è possibile capire come siano una più che reale e concreta alternativa, andando a basarsi sulla tecnologia, al denaro tradizionale che, invece, è controllato dallo Stato. In tutto ciò, poi, non è da dimenticare l’apporto dato dalla evoluzione della blockchain per il riconoscimento e l’autenticazione delle transazioni in modo più sicuro, pratico ed efficiente.

La redditività degli investimenti, la facilità e la rapidità dei movimenti, senza dubbio, attirano investitori e appassionati, l’aumento dei movimenti, la valutazione del commercio di Bitcoin e criptovalute. Certamente gli imprenditori che all’inizio del XX secolo gestivano l’attività di trasporto di persone in carrozza non erano per nulla soddisfatti, quando l’auto divenne accessibile come veicolo di trasporto personale di massa.

Tuttavia, la maggior parte della popolazione finisce per beneficiare del miglioramento della tecnologia, perché, invariabilmente, con processi di tentativi ed errori, alla fine si vanno a produrre risultati migliori, più veloci e più economici rispetto alle tecniche utilizzate in precedenza, come nel caso di Bitcoin e criptovalute. Sebbene la società abbia sperimentato innovazioni nella maggior parte dei campi della scienza e dell’economia stessa, il denaro non ha subito molte perturbazioni dalla sua invenzione per cambiare il modo in cui le persone lo usano.

L’organizzazione del controllo governativo sul suo utilizzo, sia per garantire l’autenticità e sia per la standardizzazione dell’ambiente circolante, ha svolto un ruolo fondamentale fin dall’inizio dello sviluppo del commercio ed è stata consolidata come paradigma, almeno fino ad oggi. Una situazione che, infatti, solleva il problema del monopolio del denaro.

Nel 2009, sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, si diede vita all’idea che la tecnologia peer-to-peer poteva essere alla base di un sistema di moneta elettronica, attraverso il quale due parti potevano effettuare una transazione senza la necessità di un terzo come Banche Centrali, stati o istituti finanziari. Con la nascita del Bitcoin e il successivo sviluppo di nuove altre criptovalute, di certo, si è dato una forte spallata al sistema, a quello che, per molti, è il monopolio del denaro.

Infatti, Bitcoin ha dato vita ad un sistema decentralizzato e fuori dal controllo di ogni tipo di autorità, basato, esclusivamente, sulla tradizione e antica legge delle domanda e della offerta. Insostituibile punto fermo è Bitcoin Profit.

Il modello di certificazione digitale decentralizzato consente la trasparenza in tutte le transazioni Bitcoin e criptovalute, perché sono memorizzate e divulgate in un registro pubblico chiamato blockchain. Questo registro, archivia tutte le transazioni elaborate dall’inizio e consente a tutti i computer degli utenti di verificare la validità di ogni transazione. Tutte le infrastrutture necessarie per effettuare il trattamento delle transazioni sono fornite dagli utenti stessi in modo sostenibile e, di conseguenza, non hanno bisogno di concentrare grandi investimenti individuali per soddisfare la domanda di transazioni.

Questo servizio si chiama mining, e premia gli utenti Bitcoin che contribuiscono alla manutenzione di questo sistema, confermando le transazioni da effettuare e aggiungere alla contabilità blockchain. La valuta disponibile per questo pagamento deriva dall’aumento della base monetaria, in modo costante e stabile, programmato nel suo algoritmo per non superare il limite di 21 milioni di Bitcoin.

Avendo una quantità di denaro precedentemente definita, Bitcoin, andando concludere, è considerato non inflazionistico, in quanto non è influenzato da un’autorità centrale abilitata a creare una grande quantità di denaro nuovo per finanziare la spesa o il debito.