Le discriminazioni avevano riguardato la mensa e lo scuolabus. Ora la sindaca leghista apporterà modifiche al regolamento.

La prima sezione del Tribunale di Tribunale di Milano, presieduto dal giudice Nicola Di Plotti, ha condannato il comune lombardo per la modifica del regolamento dell’iscrizione alle mense scolastiche in senso restrittivo per i minori stranieri.

La storia è finita sotto i riflettori grazie a un servizio della trasmissione televisiva Piazza Pulita di Corrado Formigli a Ottobre, ma risale al 2017 quando si è insediata la sindaca leghista Sara Casanova che aveva emanato una delibera con cui chiedeva ai genitori nati fuori dall’Unione europea di presentare una documentazione che elencasse le proprietà possedute nel paese d’origine. Prima di ciò ai genitori extracomunitari si chiedeva solamente la documentazione Isee per l’agevolazione delle tariffe per il servizio autobus e mensa.

Le famiglie extracomunitarie avrebbero, dunque, dovuto avventurarsi in una fitta selva burocratica, richiedendo documenti inesistenti o molto difficili da ottenere in stati spesso senza burocrazia, da cui erano scappate.

Senza questa documentazione richiesta dal comune, le famiglie straniere erano escluse dalle agevolazioni e si trovavano assegnate alla fascia massima della graduatoria, costrette a pagare 5 euro per ogni pasto e 210 euro di servizio autobus ogni novanta giorni.

Una situazione insostenibile, a cui oggi un tribunale ha posto la parola fine, ordinando alla giunta leghista di modificare il regolamento discriminatorio così da permettere anche ai genitori non appartenenti all’Unione europea di “presentare la domanda di accesso a prestazioni sociali agevolate mediante la presentazione dell’Isee alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione Europea in generale”.

Claudia Colabono

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