Congedo mestruale approvato in Spagna, e in Italia?

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Di Redazione Metropolitan

Il progetto di legge in favore delle donne affette da dismenorrea è stato approvato in Spagna, primo Paese in Europa a prevedere il diritto al congedo per le mestruazioni dolorose, ma qual è la situazione per quanto riguarda l’Italia? Si deciderà di seguire l’esempio spagnolo? Una proposta di legge simile è stata avanzata in passato, ma qual è la situazione attuale? Il congedo mestruale sarà finalmente riconosciuto come diritto? “Le donne devono poter decidere liberamente sulle loro vite” ha scritto su Twitter il premier, Pedro Sánchez.

Come si ottiene il congedo mestruale in Spagna?

“È finito il tempo di andare a lavoro imbottite di pillole e dover nascondere che nei giorni del ciclo patiamo un dolore che ci impedisce di lavorare” spiega la ministra Irene Montero. “È finito il tempo di andare a lavoro imbottite di pillole e dover nascondere che nei giorni del ciclo patiamo un dolore che ci impedisce di lavorare – e aggiunge – Siamo il primo Paese d’Europa a regolamentare permessi speciali temporanei per mestruazioni dolorose pagati interamente dallo Stato”.

Il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato il progetto di legge che permette alle donne di lavorare in sicurezza preservando la propria salute nel caso di mestruazioni «dolorose» e «invalidanti». Usufruire del congedo mestruale è possibile dopo aver presentato un apposito certificato medico.

La petizione di Alexia Altieri per il congedo mestruale in Italia

In Italia su Change.org, Alexia Altieri decide di lanciare una petizione che sfiora le 3700 firme per rivendicare il diritto di usufruire dello smart-working, opzione oggi ampiamente diffusa ed efficiente in seguito allo scoppio della pandemia, in caso di dolori invalidanti. «Circa l’80% delle donne soffre di dolore mestruale e spesso, a causa di questo, in alcuni mesi sono costrette ad assentarsi da lavoro nei giorni di picco del ciclo mestruale, usufruendo delle giornate di malattia che hanno a disposizione (un numero limitato di giorni usufruibili durante l’anno solare)» è scritto nel testo della raccolta firme. «Se c’è una cosa che questi anni di pandemia ci hanno insegnato è che lavorare in smart working non solo è assolutamente possibile ma anche assolutamente efficiente ed efficace».

La proposta di legge

Inoltre in passato era già stata avanzata una proposta di legge per «riconoscere al massimo 3 giorni al mese di congedo mestruale alle donne che soffrono di cicli più dolorosi (il tutto certificato da un medico specialista), tuttavia c’era il timore che potesse paradossalmente essere l’ennesimo fattore discriminante nei confronti della donna da parte del datore di lavoro – e continua – è sicuramente corretto rendere ufficialmente e legalmente riconosciuta la possibilità di lavorare in smart working o telelavoro durante i 2/3 giorni di picco del ciclo». 

«Se siete o conoscete una donna con un ciclo particolarmente doloroso, una donna in pre-menopausa con un ciclo particolarmente copioso o semplicemente una donna che in quei giorni vorrebbe lavorare nel comfort di abiti comodi con la propria boule dell’acqua calda e la possibilità di provvedere alla propria igiene personale in un ambiente pulito e intimo, capirete quanto è prezioso firmare questa petizione».

Lara Luciano