Da lunedì 15 marzo, con l’entrata in vigore del decreto legge Draghi, l’Italia si è vista divisa in due blocchi: uno color rosso, l’altro arancione. Il periodo di maggiori restrizioni dalla fine del lockdwon della scorsa primavera ha costretto la metà rossa ad un secondo lockdown, valido fino al 6 Aprile. Mentre l’altra metà arancione seguirà la ‘chiusa’ per pandemia nei giorni di Pasqua e Pasquetta. Unica eccezione riguarda la Sardegna, rimasta in fascia bianca. E’ per questo che il governo, a fronte della chiusura di quasi tutte le scuole e la conseguente didattica a distanza per gli studenti, ha approvato una serie di misure a sostegno delle famiglie aventi figli minori di 16 anni, costretti a casa dalla Dad o dal Covid.
Venerdì 12 marzo è stato infatti approvato lo stanziamento di 290 milioni di euro per assicurare il dritto al lavoro a chi ha figli in quarantena, e svolge attività che non consentono lo smart working. “Il congedo l’ho voluto retroattivo dal primo gennaio”, ha dichiarato la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, specificando che “può essere preso in modo alternato da entrambi i genitori per evitare che l’impegno ricada solo su uno, quasi sempre la donna”. Non solo: per le partite Iva, i lavoratori autonomi – liberi professionisti, artigiani, e piccoli imprenditori – i sanitari e le forze dell’ordine è stato reintrodotto il bonus baby sitter fino a 100 euro la settimana.
Smart working e congedi parentali
Nel decreto viene stabilito che tutti i lavoratori dipendenti, sia del pubblica che del privato, hanno diritto a chiedere lo smart working per rimanere a casa con una retribuzione piena. In particolare, ha diritto a richiedere lo smart working ogni dipendente con figlio convivente minore di 16 anni (prima fino a 14), alternativamente all’altro genitore, fino al 30 giugno 2021, per diversi periodi:
- Un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell’attività didattica in presenza del figlio;
- Per tutta la durata dell’infezione Covid-19 del figlio;
- Per la durata della quarantena del figlio disposta dall’Asl;
In alternativa allo smart working, i genitori possono accedere al congedo parentale con una retribuzione al 50%. Questa misura è riservata a tutti i lavoratori dipendenti con figli minori di 14 ani, ma ha diritto di chiedere il congedo anche chi ha figli di età compresa tra i 14 e i 16 anni, con la sola differenza che non è prevista retribuzione. Per il genitore che resta a casa, inoltre, è previsto il divieto di licenziamento.
Bonus baby sitter: chi ne ha diritto e come viene erogato
Nel decreto legge Covid del 13 marzo è stato confermato il Bonus baby sitter di 600 euro (incrementato a 1.200 per alcune fasce professionali, come operatori sanitari e forze dell’ordine). Quello varato per il primo lockdwon, esteso anche ai nonni purché non conviventi, è stato reintrodotto per i genitori che hanno figli in dad, ma solo per determinate categorie di lavoratori, ovvero:
- Lavoratori iscritti alla gestione separata Inps;
- Lavoratori autonomi non iscritti all’Inps;
- Personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, impiegato per le esigenze connesse alla pandemia;
- I lavoratori dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, appartenenti alla categoria dei medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia medica e operatori socio-sanitari;
I genitori di figli conviventi minori di 14 anni possono scegliere uno o più bonus per l’acquisto di servizi baby-sitting nel limite massimo complessivo di 100 euro a settimana. Il bonus può essere richiesto per un periodo che comprende tutto o in parte la durata della sospensione didattica in presenza, la durata dell’infezione da Covid del figlio o la durata della quarantena del figlio disposta dall’Asl.
Il bonus viene erogato mediate libretto famiglia, o in alternativa direttamente al richiedente per la comprovata iscrizione ai centri estivi, ai servizi intergrativi per l’infanzia, ai servizi socio-educativi terriotirali, ai centri con funzione educativi e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia. La fruizione per i servizi integrativi per l’infanzia è incompatibile con la fruizione del bonus asilo nido.
Per chi è smart working, niente congedi
“Una spiacevole fake news”, così l’ha definita la ministra Elena Bonetti. Eppure il problema su donne, figli e smartworking è reale. La misura prevede infatti che per chi lavora da casa, non sono previsti i congedi al 50%: “Lo smart working non è certamente uno strumento di welfare – ha chiarito la Bonetti – E’ uno strumento che può aiutare in questo momento, in un’organizzazione straordinaria della vita delle famiglie”, spiegando che si sta lavorando per estendere la platea dei beneficiari del bonus baby sitter ai genitori, attualmente in smart working, dei bambini delle scuole dell’infanzia e della primaria, così come a tutti i professionisti sanitari.
Francesca Perrotta