Giuseppe Conte è intervenuto stamattina all’Aula della Camera, nel corso delle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo.
Il premier ci ha innanzitutto tenuto a rassicurare che l’Italia non corre pericoli finanziari. La motivazione di questo a suo parere, riguarda il fatto che le valutazioni dei mercati e della Commissione Europea evidenziano come il debito italiano sia del tutto sostenibile.
Il Presidente del Consiglio ha poi spiegato come la revisione del Mes non include nessun automatismo per quanto riguarda la ristrutturazione del debito di uno Stato. La riforma secondo Conte, lascia alla Commissione Europea il compito di stimarne la sostenibilità e fornire un quadro complessivo accurato sull’andamento macro economico di tutti i paesi membri.
La linea del premier dunque, è quello di confrontarsi con l’Europa tenendo sempre conto degli indirizzi politici che vengono espressi e dibattuti dal Parlamento. Durante il suo intervento, Conte ha inoltre rivendicato come il suo governo si sia sempre caratterizzato per una grande trasparenza e propensione al dialogo, in particolar modo per quanto riguarda i rapporti con il Parlamento.
Naturalmente, non sono mancate le contestazioni da parte dell’opposizione.
Il leghista Claudio Borghi, intervenendo durante il dibattito nell’Aula della Camera, ha redarguito Conte con toni educati ma molto polemici. Borghi ha sostenuto che il premier nega sostanzialmente il fatto che nel suo precedente mandato nel governo gialloverde, sia Di Maio che Salvini si erano espressi contro la firma del trattato.
Proseguendo nel suo discorso, ha poi affermato che la firma del Mes secondo i tempi voluti dal governo, non ne permetterebbe più la discussione o la modifica. Secondo Borghi, una volta firmato il trattato, nessuna decisione presa in Parlamento a riguardo potrà essere emendata.
Durissima infine, la conclusione finale del leghista, che ha accusato senza mezzi termini il Presidente del Consiglio di essere un traditore.