Continua la tensione tra i due leader del Movimento 5 Stelle. Da un lato Beppe Grillo, il fondatore e garante del partito che vuole ribadire la sua centralità, e dall’altra Giuseppe Conte, il leader designato che avrebbe dovuto ricostruire i 5 Stelle infondendogli una nuova e chiara direzione.
“Ragazzi miei, se state convincendo Grillo a farmi una telefonata per chiedermi scusa in privato, be’, sappiate che a me non basta. Non basta una telefonata per sanare quello che ha fatto e che ha detto. Se poi Beppe decidesse di farmi delle scuse pubbliche… mah… comunque non credo che la convivenza tra me e lui sia ancora possibile“
Queste sono alcune delle parole di Conte riportate dal Corriere della Sera, che l’ex premier avrebbe pronunciato nell’incontro di ieri pomeriggio con la vice presidente del Senato Paola Taverna, il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e il capogruppo M5S al Senato Ettore Licheri, che in teoria avrebbe dovuto sanare le divergenze tra i due vertici del partito. Ma sembra che a meno di sconvolgimenti la rottura sia difficilmente sanabile: le accuse di Grillo a Conte dovute alla stesura del nuovo statuto lontano dalle sue idee, invitando Conte a “studiare cos’è il Movimento”, sottolineando che “io sono un visionario, lui non lo è”, “è lui ad aver bisogno di me, non io di lui” e ancora “sono il garante, non sono un coglione”, hanno compromesso non solo i rapporti politici ma anche personali tra i due.
“Io l’ho sempre rispettato così come lui aveva rispettato me. Il Beppe di ieri (giovedì 24/06) non me lo sarei mai potuto immaginare”, riporta ancora il Corriere della Sera. Un tradimento, quindi, le parole di Grillo, che dopo aver affidato a Giuseppe Conte il futuro del Movimento ha deciso di riprenderselo non soddisfatto dal controllo e dal cambio di direzione richiesto dall’ex premier. Le posizioni dei due leader sembrano quindi molto distanti. Si attende una conferenza stampa prevista per lunedì o martedì in cui Giuseppe Conte potrebbe effettivamente formalizzare la rottura definitiva con il Movimento 5 Stelle. A quel punto le scelte potrebbero essere due: creare un nuovo partito attorno alla sua figura contando sul suo carisma personale e su una parte di 5 Stelle a lui fedele che lo seguirebbe in un nuovo progetto, oppure ritirarsi dalla politica e tornare ad insegnare all’Università. Il destino del Movimento 5 Stelle sembra di fronte a un ridimensionamento e a una probabile scissione definitiva che potrebbe seriamente comprometterne la forza in parlamento, e forse creare anche disequilibri nell’attuale governo.
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