Ospite a Porta a Porta il premier Conte ha affermato senza mezza misure che a gennaio potrebbe esserci ancora una zona rossa. La misura restrittiva potrebbe essere applicata in caso della diffusione della nuova variante del coronavirus o anche di un’impennata dei contagi. In caso di normalità si procederà con le zone gialle e arancioni e i vaccini.

Conte e il pericolo zona rossa

“Se gli esperti ci dicono che la probabilità di una terza ondata a gennaio è concreta, non ci penso due volte a introdurre e rafforzare la rete di protezione per il periodo natalizio. Lasciando correre impatteremo su una impennata”. Queste le parole con cui il premier Conte a Porta a Porta ha parlato di una possibile zona rossa anche a gennaio oltre la Befana. “Se arriva una impennata, o una variante, ci troveremo in zona rossa e con misure più restrittive“, ha infatti confermato. Dunque le dure misure messe in campo per le festività natalizie potrebbero non bastare con le chiusure che proseguirebbero anche nel mese di gennaio.

Il governo infatti si trova a far fronte alla nuova variante del coronavirus inglese che ha un’indice di contagio maggiore e che dimostrano alcuni recenti casi è arrivata nel nostro paese. Questo nonostante i blocchi e i controlli serrati per i voli da e per l’Inghilterra. “Ora spunta una variante inglese che corre molto più veloce, di uno 0.70 in più e spiegherebbe molte cose .Non voglio avanzare ipotesi, in Veneto i dati stanno crescendo, dobbiamo capire come e perché”, fa sapere Conte.

La zona rossa prevista da Conte per Natale, fonte euronews

La zona gialla e arancione

Se non ci fossero peggioramenti Il premier rimarrebbe fedele alla sua linea che a gennaio prevede una zona gialla o arancione. Con le misure rafforzate per Natale se non arriva una variante o una terza ondata probabilmente ci muoveremo tra zona gialla e arancione”. Queste le parole con il premier ha confermato che in quel caso si resterebbe tranquilli “in attesa di realizzare il piano vaccinale”.

Un vaccino che per Conte dovrebbe essere somministrato su base volontaria. “Non c’è ragione di credere che le persone non si sottopongano volontariamente al vaccino”, fa sapere il premier a Porta a Porta. Anzi per Conte non sarebbe stata presa nemmeno in considerazione l’ipotesi che non si riuscisse a realizzare la vicinazione di 10-15 milioni di persone entro aprile. In caso contrario, spiega il presidente del Consiglio, “se ci fosse un rifiuto di massa sarebbe un problema, un caso scuola”.

Stefano Delle Cave