Coronavirus, il costo per l’economia mondiale

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Di Redazione Metropolitan

Quanto costerebbe un’epidemia di Coronavirus alle economie del pianeta?

Uno studio dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani diretto da Carlo Cottarelli ipotizza nello scenario più sfavorevole un calo del Pil del 4,8% nel primo anno. Ma secondo altri ricercatori la chiusura delle scuole per un mese potrebbe abbatterlo fino all’8%.

Coronavirus, epidemia o pandemia?

Ad oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene che quella di Covid-19 sia classificabile ancora come “epidemia” e non come “pandemia”.

Si parla di epidemia quando una malattia infettiva si diffonde in eccesso rispetto alla norma in un’area circoscritta.

Si parla invece di pandemia quando un’epidemia si diffonde in un’area vasta, che comprende più paesi in continenti diversi.

Coronavirus e mercati
Fonte: google.it
Mercati
Fonte: google.it

Coronavirus, effetti diretti e indiretti di una pandemia

Un primo canale è l’effetto diretto che si ha sul sistema sanitario dei paesi coinvolti, che sono chiamati a sostenere costi significativi per la cura delle persone malate e per le misure di contenimento del contagio.

I principali danni arrecati all’economia siano di tipo indiretto. Una riduzione dell’offerta di lavoro dovuta alla malattia (o morte) con conseguente calo della produttività.

La chiusura temporanea di aziende, negozi, scuole, servizi pubblici per limitare il contagio nelle zone colpite. Un forte calo della domanda da parte dei consumatori e un crollo del commercio internazionale e degli investimenti esteri.

Per valutare quanto grande siano gli effetti si analizzano di solito due elementi: il “tasso di attacco” del virus (cioè la percentuale di popolazione che si ammala) e il suo “tasso di letalità” (cioè la percentuale di contagiati che muore).

Sono 3 le grandi pandemie del 900 riconosciute dall’OMS: l’influenza spagnola del 1918-19, l’influenza asiatica del 1957 e l’influenza di Hong Kong del 1968-69.

Si stima che il tasso di attacco di tutte e tre le pandemie fosse compreso tra il 25 e il 35 per cento, mentre il tasso di letalità era compreso tra il 2 e il 3 per cento per la spagnola e inferiore allo 0,2 per cento negli altri due casi.

Alcuni studi hanno analizzato dei possibili scenari.

Coronavirus e influenza spagnola
Influenza spagnola
Fonte: google.it

McKibbin e Sidorenko (2006)

Nello scenario più “mite” i decessi si attestano a 1,4 milioni e l’effetto negativo sul Pil mondiale nel primo anno dopo lo scoppio della pandemia è pari a 0,7 punti percentuali.

In quello “moderato”, in cui si prevedono 14 milioni di morti, il Pil mondiale si riduce di 2 punti percentuali rispetto alla crescita prevista.

Infine nel più “severo” (simile all’influenza spagnola del 1918-19), in cui i decessi salgono a 71 milioni, il calo nel primo anno raggiunge il 4,8 per cento.

L’effetto macroeconomico è più forte nei paesi a reddito medio-basso, a causa delle maggiori difficoltà a contenere il virus e della fuga di capitali verso i paesi più sicuri.

Nella maggior parte dei paesi l’inflazione aumenta, poiché gli shock dal lato dell’offerta tendono a prevalere sugli shock dal lato della domanda.

Verikios et al. (2011)

Simulano due pandemie.

Un virus poco contagioso ma molto letale (tasso di attacco del 3 per cento, tasso di letalità del 10 per cento) e un virus molto contagioso ma poco letale (tasso di attacco del 40 per cento, tasso di letalità dello 0,5 per cento).

A distinguere i due scenari è però la grandezza dell’impatto sul Pil.

-Nello scenario con virus poco contagioso, il Pil globale si riduce dello 0,3 per cento nel primo anno e dello 0,1 per cento nel secondo. L’impatto sul commercio internazionale è invece doppio rispetto a quello sul Pil, determinando un danno economico maggiore per quei paesi che più dipendono dagli scambi e dal turismo.

– Nello scenario con virus molto contagioso, invece, nel primo anno il Pil globale si riduce del 3,3 per cento, con picchi del 4-4,5 per cento nel secondo e terzo trimestre. Per l’occupazione e il commercio internazionale i picchi trimestrali sono ancora più bassi (-6,5 per cento e -5 per cento, rispettivamente).

Sono gli shock dal lato della domanda a determinare l’effetto molto negativo del primo anno.

Coronavirus, pandemia ed economia
Andamento borse
Fonte: google.it

Effetto pandemia sulle macroaree

Keogh-Brown et al. (2008)

Nello scenario base l’effetto sul Pil è abbastanza contenuto, attorno allo 0,4-0,5 per cento, e i consumi delle famiglie diminuiscono dell’1 per cento.

Tuttavia, questi effetti vengono notevolmente amplificati se si ipotizza che, per limitare la diffusione del virus, il governo di ciascun paese ordini la chiusura delle scuole per quattro settimane.

In questo caso, ipotizzando che circa il 14 per cento dei lavoratori sia costretto a stare a casa per prendersi cura dei propri figli, l’effetto negativo sul Pil lieviterebbe fino al 5-8 per cento a seconda del paese considerato. I consumi scenderebbero del 9-11 per cento.

Commissione Europea (2008)

La Commissione ha calcolato che l’effetto negativo sul Pil europeo sarebbe dell’1,6 per cento nel primo anno e dello 0,5 per cento nel secondo e terzo anno.

In questo contesto, i paesi del Mediterraneo (soprattutto Spagna e Grecia) subirebbero un danno economico peggiore perché maggiormente dipendenti dal turismo.

Epidemia di Coronavirus, conclusioni

Una pandemia “mite” (simile all’influenza asiatica del 1957 o a quella di Hong Kong del 1968-69) avrebbe un effetto contenuto sul Pil mondiale, tipicamente inferiore all’1 per cento annuo.

Una pandemia più “severa” (simile alla spagnola del 1918-19) potrebbe produrre effetti anche nell’ordine del 3-5 per cento annuo.

Nel medio periodo il Pil tende ad essere solo di poco inferiore al livello che avrebbe raggiunto in assenza della pandemia, soprattutto se le perdite umane sono contenute.

Nel breve periodo, un virus molto contagioso ma poco letale è più dannoso per l’economia di un virus molto letale ma poco contagioso.

-L’effetto di lungo periodo, invece, dipende esclusivamente dalla riduzione permanente dell’offerta di lavoro e quindi dalla letalità della pandemia.

L’effetto sul commercio internazionale è più forte di quello sul Pil. Per i paesi che più dipendono dagli scambi internazionali il danno economico sarà maggiore.

I paesi emergenti sono più colpiti. Hanno infatti maggiori difficoltà a contenere la diffusione del virus. Inoltre i capitali tendono a spostarsi verso i paesi avanzati.

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