Con l’arrivo del Vax Day è stato stipulato un calendario di somministrazione del vaccino anti Covid 19. D’altra parte, il rischio della mancata adesione alla campagna fa preoccupare gli esperti, sgretolando il piano sanitario. Rimane salda l’idea della patente d’immunità per chi si è sottoposto al vaccino.

Il Vax Day è arrivato

Oggi, 27 dicembre 2020, l’Italia ricorderà l’inizio della campagna vaccinale più grande della storia. Mentre il Vax Day – la distribuzione simbolica dei vaccini contro il Covid 19 – ha dato inizio alla somministrazione delle prime dosi allo Spallanzani, l’Italia si prepara ad un piano molto ambizioso: terminare la campagna vaccinale entro settembre 2021. Un progetto più che grandioso ma che sviluppa diversi interrogativi. In primis: la data effettiva di distribuzione delle dosi.

I vaccini contro Covid 19

Da accordi presi, l’Italia avrà diritto a 202 milioni di campioni, una quantità tale da poter coprire tutti i cittadini ed avere un’ampia scorta per una seconda somministrazione. Bisogna ricordare, però, che l’unico prodotto approvato dall’Aifa e dall’Ema, è quello della Pfizer. Un vaccino difficile da distribuire, data la complessità nella conservazione – 70 gradi sotto zero. Degli altri prodotti ancora nessuna notizia. Sembra che quello di Moderna non abbia bisogno della stessa catena del freddo per la sua conservazione, infatti, l’Ema ha anticipato la sua valutazione al 6 gennaio 2021. E la distribuzione? Nel primo trimestre del nuovo anno, all’Italia saranno assegnate 28 milioni di dosi; nel secondo trimestre, saliranno a 57 milioni e, tra luglio e settembre, il numero si stabilizzerà a 53 milioni di campioni. Poi, vi sarà una discesa, garantendo fino a 20 milioni di dosi nel secondo trimestre 2022.

Quale sarà il calendario di somministrazione del vaccino?

È stato disegnato il calendario – flessibile – di vaccinazione. Nel primo mese del 2021, i primi vaccinati saranno il personale sanitario, medici ed infermieri, e gli ospiti delle residenze per anziani. Tra febbraio e marzo, il prodotto contro il Covid 19 sarà somministrato agli over 80. Con l’arrivo della primavera, si passerà alle persone meno cagionevoli: prima, ai 13 milioni e mezzo di persone tra i 60 ed i 79 anni ed in secundis, a coloro che hanno una comorbilità cronica – persone che sono affette da almeno due patologie. Con l’inizio dell’estate si passerà al resto della popolazione, ovviamente dando priorità ai casi più a rischio: “Il piano cita espressamente le categorie appartenenti ai servizi essenziali come gli insegnanti e il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri“. Gli esperti adatteranno una strategia di distribuzione di tipo adattivo nel caso venissero cambiati i piani in corso d’opera o emergessero casi a rischio durante la campagna o si sviluppassero dei focolai in zone specifiche.

Le criticità emerse

I veri punti interrogativi della campagna vaccinale sono due: quanto durerà l’immunità dal Coronavirus? Gli esperti ancora non hanno una risposta certa, ma si pensa che la campagna vaccinale contro il Covid 19 debba diventare una routine, come quella del vaccino antinfluenzale. Il secondo punto critico è l’adesione alla campagna. Per arrivare all’immunità di gregge – e proteggere coloro che non lo possono e non lo vogliono fare – bisognerebbe raggiungere il 70% della popolazione italiana, 42 milioni di vaccinati su 60. Si ricorda che il vaccino è gratuito ma non obbligatorio. Qualche giorno fa, il professor Piergiorgio Odifreddi, ha lanciato una provocazione: donare un contributo economico a chi decide sottoporsi alla vaccinazione. Inoltre, per incentivare la campagna, si sta pensando ad una “patente di immunità” da mostrare per accedere ad alcuni luoghi e per viaggiare.

Chiara Bigiotti