Corso di esorcismo bandito dal Miur: è polemica nel mondo scolastico

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Di Redazione Metropolitan

di Giorgia Maria Pagliaro

E’ di neanche un giorno fa la notizia dell’inserimento, sulla piattaforma Sofia del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di un corso di aggiornamento professionale dal titolo “Corso sull’esorcismo e la preghiera di liberazione“, indetto dall’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma, in collaborazione con il Gruppo di Ricerca Socio-religiosa e Informazioni (GRIS) di Bologna.

Il corso, destinato agli insegnanti che vogliano arricchire il proprio curriculum, è del costo di 400 euro e, come riporta l’offerta formativa dell’Ateneo, “Affronterà in maniera sistematica gli aspetti antropologici, fenomenologici, sociali, teologici, liturgici, canonici, pastorali, spirituali, medici, neuroscientifici, farmacologici, simbolici, criminologici, legali e giuridici del ministero dell’esorcismo e della preghiera di liberazione”.

L’inserimento di questo corso in un primo momento aveva il sapore di fake news allarmistica. Una volta appurata la sua veridicità, ha suscitato invece un enorme scalpore a livello nazionale. A cosa potrebbe mai essere utile, infatti, un corso sull’esorcismo, in una società del progresso e della modernità che considera soppiantate da secoli le tradizioni ecclesiastiche legate alla superstizione?

Copertina della brochure del corso di esorcismo, foto dal web

L’Ateneo Pontificio, che offre ai suoi studenti corsi di Baccalaurea in Filosofia, Teologia e Bioetica, organizza, durante il corso dell’anno accademico, anche una serie di Master e seminari su scienza e fede, cosa che solitamente garantisce la coerenza dei programmi didattici rispetto agli standard europei. Eppure, in questo caso, sembra davvero che la convinzione con cui questo corso sia stato formulato, appositamente per gli insegnanti, implichi una serie di presupposti teorici che sicuramente non competono al mondo scolastico:

  • Parlare di “esorcismo”, automaticamente, legittima l’esistenza di una forza da contrastare, mediante una pratica rituale, che è quella legata a Satana e a forze demoniache;
  • parlare di preghiera di liberazione, altrettanto, stabilisce per vere e attendibili una serie di formule della tradizione cattolica, attribuendo loro una validità e un’efficacia del tutto arbitrarie;
  • proporre un corso di formazione simile al corpo docente autorizza, implicitamente, quest’ultimo a mettere in pratica, nei confronti dei propri studenti, quanto appreso durante le lezioni;
  • istruire i docenti alle pratiche “religiose” dell’esorcismo contrasta nettamente con la spinta propulsiva della scuola verso il progresso scientifico e l’adozione di tecniche per l’inclusione e l’integrazione degli studenti;
  • accreditare un corso del genere, in termini di punteggio valido per le graduatorie d’istituto e per il proprio curriculum, mette in discussione l’intero lavoro di aggiornamento previsto dal Miur per i propri docenti, solitamente avvezzi all’integrazione di crediti ed esami a tema pedagogico, metodologico.

Un corso, insomma, che non tiene conto, neanche minimamente, della multiculturalità, dell’ampia gamma di credi religiosi, di tradizioni e comportamenti o disturbi che interessano le classi scolastiche, mancando di rispetto a tutti gli studenti affetti da autismo, ADHD o altre sindromi che richiedono, per legge, un trattamento di tipo scientifico.

Mappa dei BES e DSA, foto dal web

Nella speranza che questa serie di lezioni in pieno stile Padre Amorth si limiti ad una funzione meramente antropologico-divulgativa, senza trasformarsi in una pratica educativa, ci piace ricordare il caso della docente di una scuola primaria della provincia Brescia, Ramona Parenzan, che, nel mese di marzo 2018, è stata accusata di stregoneria dal Ministro leghista Pillon.

La donna, che aveva sottoposto i suoi alunni alla lettura di alcuni testi di magia, corredando le lezioni di formule, filastrocche e body-painting dei simboli studiati nelle lezioni, stava in realtà portando avanti un progetto interculturale, che le è costato invece l’accusa di eresia e di tentato plagio dei suoi studenti.

Tenendo conto del fatto che si trattava di un’inziativa promossa dalla biblioteca civica e finanziata dal Comune, deliberata dal Consiglio d’Istituto e presentata ai genitori, con il tema “Le Fiabe e racconti dal mondo” dall’Afghanistan al Pakistan, sorge spontaneo domandarsi da dove derivi, in Italia, questa ondata di puritanesimo.

Copertina del libro “Fiabe e racconti dal mondo”, foto dal web

Non sarebbe forse più saggio far fronte all’esigenza di una scuola sempre più aperta alla diversità umana e alle mille sfaccettature del comportamentismo?

GIORGIA MARIA PAGLIARO