Cosa ha detto Gentiloni da Fazio

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Di Redazione Metropolitan

Il Premier Gentiloni, ospite da Fabio Fazio, ha tracciato un bilancio dell’ultima legislatura

Le sue apparizioni televisive, al di fuori di eventi ufficiali, si contano sulle dita di una mano. Rarissime le interviste, secondo uno stile agli antipodi rispetto agli altri protagonisti della politica. Così è stato ieri sera da Fazio, dove Gentiloni si è affacciato alla porta della campagna elettorale con la modestia che lo contraddistingue, a pieno nel ruolo di traghettatore della legislatura. 

Protagonista non vuole esserlo, non lo è stato in questa fase di transizione e non vuole diventarlo. «Non sono attrezzato, l’impegno che ho preso finisce con le elezioni. È giusto dare all’appuntamento con le urne la giusta importanza: il risultato determinerà chi governerà questo Paese».

Nessuna polemica sulle fake news, sacchetti bio, non una parola sull’emergenza rifiuti a Roma e le scelte della Sindaca Raggi. Ha affermato di credere che le urne decreteranno il PD come primo partito, auspica alleanza con la lista +Europa di Emma Bonino e con il ministro Lorenzin. Sul chi sarà Premier, lo deciderà Mattarella, ma rassicura «Il Pd ha una squadra di governo forte, nessun altro è minimamente comparabile».

Rimanda agli elettori anche la domanda di Fazio riguardo un eventuale alleanza con Berlusconi a fronte di un risultato incerto.
«Bisogna dire agli elettori che hanno una scelta nelle loro mani. Se diciamo che sceglierà qualcuno per loro, non è un buon servizio. Mi auguro che l’Italia non se la giochi al Rischiatutto. Penso che il Centrosinistra abbia dimostrato, nonostante le difficoltà, di avere le capacità per governare. Ci sono tre opzioni sul tavolo, ognuno può scegliere, ciascuna di queste forse può avere i numeri per governare, mi auguro l’Italia non punti su forze che non sono in grado di assicurare la governabilità».

Canone RAI, Ius Soli e Giulio Regeni

L’intervista, poi, è proseguita su un binario atto a tracciare l’operato della legislatura. Trovandosi sulla rete ammiraglia di Viale Mazzini, non si poteva non evitare della proposta di Matteo Renzi riguardo l’abolizione del Canone RAI. Qui Gentiloni si è messo su una posizione più morbida e, se vogliamo, realistica. «Se riusciamo a far pagare di meno i cittadini per il servizio pubblico può essere anche una cosa positiva […] Io ad esempio concentrerei il pagare di meno su alcune famiglie e fasce più disagiate: ci sono 150-200mila i nuclei esentati, si potrebbe allargare. Sarebbe utile e molto importante»

Ha ammesso il rammarico sulla mancata discussione dello ius soli, aggiungendo però che da quando è parlamentare, circa tre lustri, tra gli argomenti ricorrenti c’erano le unioni civili e il biotestamento, e rivendica l’operato «Il fatto che siamo riusciti a fare queste due leggi è una medaglia per i nostri governi. Non siamo riusciti a fare lo ius soli per una banalità: non avevamo numeri in Senato», aggiungendo che è una questione controversa perché «una parte  dell’opinione pubblica considera lo ius soli parente degli  sbarchi e non parente dei bambini che frequentano scuole e palestre dei loro figli».

Proprio sull’immigrazione rivendica quanto svolto. «Abbiamo dimostrato che si può passare da un modello criminale ad uno legale. Perché deve essere chiaro che noi l’immigrazione non la chiuderemo nei prossimi anni. A proposito di festival delle illusioni, che facciamo? Costruiamo un muro di 8mila chilometri intorno all’Italia? A parte che non si può fare, sarebbe anche sbagliato. Occorre trasformare un business criminale in uno gestito bene perché l’immigrazione fa bene alla nostra economia».

Ma Gentiloni ha parlato anche di lavoro. «Sono venuto un anno fa e ho parlato tra l’altro di accompagnare la crescita economica: i protagonisti della crescita sono le imprese, i lavoratori, le famiglie. Stiamo facendo un lavoro sui giovani e soprattutto su quelli del Mezzogiorno. Ora investire nel Mezzogiorno d’Italia è conveniente, non lo è mai stato così tanto. Abbiamo bisogno di investimenti produttivi nel Mezzogiorno».

Chiude con una piccola soddisfazione personale: «Sono relativamente orgoglioso di aver contribuito a un rasserenamento del clima politico. A Roma mi chiamano “Er moviola“: sono orgoglioso del fatto che la campagna elettorale che sta iniziando è seria.  Spero – ha aggiunto – in una campagna in cui la gente decide quale blocco sia più in grado di governare. Se si rimane su questo terreno il centrosinistra se la può giocare».

In ultimo, a precisa domanda di Fazio sull’omicidio di Giulio Regeni, Gentiloni afferma che non potrà mai dimenticare la telefonata che ne annunciava la morte. Ribadisce l’impegno del governo nella ricerca della verità «nei confronti del governo egiziano e nei confronti di alcuni governi europei che non sono stati del tutto trasparenti, ma la ferita per quanto avvenuto non si cancella».

Marco Toti