In tutte le città europee migliaia di persone si sono recate nelle piazze per dire no all’offensiva russa nei confronti dell’Ucraina. Tuttavia, accanto a questo pacifismo, registriamo anche un aumento degli acquisti di gas rispetto ai tempi precedenti all’invasione di Putin. L’Occidente sta facendo un favore alla Russia, forse perché non è disposto a sacrificare molto, nemmeno davanti alle immagini strazianti dei cittadini ucraini.
L’Occidente che favorisce il nemico
Sono molti i paesi dell’Unione europea che dall’inizio dell’aggressione hanno aumentato l’acquisto di energia da Mosca. La priorità non sembra essere quella di porre fine alla sofferenza di migliaia di persone, ma quella di aumentare lo stoccaggio. Infatti, non è da escludere la possibilità che la guerra si prolunghi ulteriormente, e che i Paesi rimangano senza gas per i prossimi mesi. A oggi le fonti di energia alternative non bastano, quindi siamo costretti ad acquistarle all’estero. Davanti a questi avvenimenti, il castello del pacifismo risulta essere di carta, e i messaggi dei leader europei poco coerenti.
L’unico che sembra tener fede alla sua promessa di mettere in ginocchio Putin sembra essere Boris Johnson. Egli è stato tra i primi leader a recarsi in Ucraina, e ha ribadito più volte che il Presidente russo non rimarrà impunito. La vendita di titoli di Stato russi nel Regno Unito è stata vietata, ma l’annuncio che ha provocato più shock – in positivo – è stato l’annuncio di Bp. Tale gruppo petrolifero, quotato nel Paese guidato da Johnson, ha annunciato che venderà il 20% detenuto in Rosneft. Non rendiconteremo più dai russi, questo l’annuncio che potrebbe costare, secondo alcune stime, anche 25 miliardi di svalutazioni a British Petroleum.
Insomma, gli annunci europei sul sostegno a Kiev sembrano effimeri. Intano, Vladimir Putin lancia la minaccia dell’atomica, e torna l’incubo della bomba.
Michela Foglia
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