Nella giornata di ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Lavoro. Diverse le misure previste nel testo: dal provvedimento che segna l’addio del Reddito di cittadinanza al tetto dei fringe benefit che per i dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro.
Decreto Lavoro approvato dal Cdm il primo maggio: quali sono le principali novità nel testo
Ieri il Consiglio dei ministri che il governo Meloni ha fortemente e simbolicamente voluto convocare per il 1 maggio, nel giorno della Festa dei Lavoratori, ha approvato il decreto Lavoro, ovvero una serie di provvedimenti in materia di lavoro e di inclusione sociale. L’intervento più importante riguarda il taglio delle tasse sul lavoro che sale di altri quattro punti fino alla fine di quest’anno, raggiungendo i 6 punti per i redditi fino a 35mila euro e i 7 punti fino a 25mila euro lordi annui. “Abbiamo liberato un tesoretto da 4 miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti ed oggi lo destiniamo al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni”, ha commentato la premier Giorgia Meloni.
Tra le principali novità contenute nel testo approvato dal Consiglio dei ministri del 1° maggio, troviamo l’introduzione dell’Assegno di inclusione, misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza dal primo gennaio 2024, come strumento di “contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale”, rivolto alle famiglie con disabili, minori o over-60 e che potrà arrivare a 500 euro al mese. Previsto anche uno strumento di attivazione al lavoro per gli occupabili che partirà dal primo settembre 2023. La partecipazione a corsi di formazione, di qualificazione professionale o a progetti utili alla collettività diventa vincolante. Il beneficio sarà di 350 euro e al massimo per dodici mesi, non rinnovabili. Per quanto riguarda i fringe benefit (i bonus aziendali non tassati) per i lavoratori dipendenti con figli a carico, il tetto sale a 3mila euro.
Roberta Maria Di Giovangiulio
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