Colpo di scena istituzionale in Ecuador dove il presidente conservatore Guillermo Lasso ha sciolto a sorpresa il Parlamento controllato dall’opposizione per evitare il voto finale del processo di impeachment in corso a suo carico, con l’accusa di appropriazione indebita. Lo riferisce la Bbc precisando che il capo di Stato ha invocato la clausola costituzionale nota come “muerte cruzada” (morte reciproca) con la quale si può sciogliere l’Assemblea nazionale e ordinare lo svolgimento di elezioni anticipate.
La “muerte cruzada” è vista come una misura estrema e dovrebbe scatenare le proteste dei gruppi di opposizione.
Adesso il Consiglio elettorale nazionale è stato incaricato di convocare nuove elezioni durante le quali saranno scelti un nuovo presidente e i futuri membri del parlamento, che governeranno fino alla scadenza prevista dell’attuale mandato, nel 2025. Le elezioni dovranno tenersi entro la fine dell’anno, ma ci si aspetta che vengano fissate alla fine di agosto.
Lasso potrà candidarsi di nuovo, ma non è detto che riuscirà a farsi rieleggere con facilità. La decisione di sciogliere il parlamento gli ha evitato l’umiliazione di una possibile destituzione: la fine improvvisa del suo mandato nel mezzo del processo di impeachment tuttavia potrebbe avvantaggiare l’opposizione, anche considerando che il suo governo non aveva mai goduto di ampi consensi
Tuttavia il presidente ecuadoregno ha argomentato che era necessario “a causa di una grave crisi politica e di disordini interni”, accusando l’Assemblea nazionale controllata dall’opposizione di ostacolare la riforma. Ha anche sottolineato che è impossibile “risolvere i problemi delle famiglie ecuadoriane quando c’è un’Assemblea Nazionale la cui missione politica è destabilizzare la democrazia”.
Ecuador al collasso con Lasso

Lasso ha 67 anni, è presidente dell’Ecuador dal 2021 ed è il leader di Creando Opportunità (CREO), partito di centrodestra. La settimana scorsa era stato messo sotto impeachment con l’accusa di non aver preso provvedimenti contro una truffa ai danni dello stato che aveva coinvolto due società pubbliche del settore petrolifero, e di cui secondo i suoi contestatori lui era a conoscenza. Martedì, all’avvio del processo di impeachment, il presidente si era difeso sostenendo che non ci fossero prove a sostegno delle accuse nei suoi confronti, che aveva definito «infondate».
L’annuncio di Lasso è arrivato poche dopo l’inizio del suo processo di impeachment, apertosi lunedì, in cui era accusato di essere stato a conoscenza di un presunto schema di appropriazione indebita che coinvolgeva una compagnia di trasporto petrolifera statale. Martedì con un’appassionata difesa, ha bollato le accuse a suo carico come motivate politicamente e senza prove.
Il presidente Lasso ha anche affermato che la presunta appropriazione indebita era avvenuta prima che entrasse in carica. Il processo doveva continuare e un voto finale di impeachment era previsto entro pochi giorni. Sarebbe stata necessaria una maggioranza di due terzi – 92 legislatori su un totale di 137 – per spodestare il presidente.
L’opposizione di sinistra, favorevole all’ex presidente Rafael Correa – in carica dal 2007 al 2017 – accusa Lasso di presunta appropriazione indebita nella gestione della società pubblica Flopec (Flota Petrolera Ecuatoriana) attraverso contratti firmati tra il 2018 e il 2020 con il gruppo internazionale Amazonas Tanker, coinvolgendo interessi russi. Questi accordi sarebbero stati lesivi degli interessi dello Stato, comportando in particolare perdite per oltre sei milioni di dollari per la compagnia ecuadoriana. I deputati avevano già tentato nel giugno 2022 di mettere sotto accusa Lasso, ma l’opposizione, divisa, non era allora riuscita a raccogliere voti sufficienti.