C’è altra guerra oltre a Ucraina e Palestina: dal Kosovo all’Armenia, al Sahel, i fronti caldi sotto la lente del Consiglio europeo

Il Consiglio d’Europa si riunisce al Parlamento Europeo. I Capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri sono in allerta non solo rispetto alla situazione in Medio Oriente e in Ucraina. Ci sono altre zone del mondo da tener d’occhio: dal Nord del Kosovo all’Armenia e Azerbaigian, al Sahel. La scorsa settimana la presidente del Consiglio è intervenuta in parlamento.

Oltre a Ucraina e Palestina: il Kosovo e Serbia in tensione

Osserviamo cosa sta accadendo nel nord del Kosovo. In quelle zone il Consiglio europeo starebbe invitando il Kosovo e la Serbia ad allentare la tensione. Questo soprattutto per riuscire a produrre delle nuove elezioni nel nord del Kosovo quanto prima. Questo dovrebbe avvenire con la partecipazione attiva dei serbi del Kosovo. Sembra che un mancato allentamento delle tensioni avrà delle conseguenze. In tutto ciò Consiglio europeo dovrebbe anche porre l’accento sulla mancata attuazione da parte di entrambe le parti dell’accordo sul percorso verso la normalizzazione dei rapporti.

Nel rapporto non va dimenticato l’allegato di attuazione che si aggiunge agli altri accordi raggiunti nel dialogo facilitato dall’Ue. Questo dovrebbe invitare il Kosovo e la Serbia ad attuarli, prevedendo la creazione dell’Associazione/Comunità dei Comuni a maggioranza serba. Il Consiglio europeo dovrebbe ricordare che la normalizzazione delle relazioni è una condizione essenziale nel percorso europeo di entrambe le parti. Questo perché ambo le parti rischiano di perdere importanti opportunità in assenza di progressi.

Le tensioni tra Armeni e Azeri

Il vertice a Bruxelles si occupa anche delle tensioni tra Armeni e Azeri. SI è ripromesso di sottolineare il sostegno Europeo alla promozione di una pace duratura tra Armenia e Azerbaijan. Chiaramente la pace deve basarsi sul riconoscimento reciproco della sovranità, sull’inviolabilità delle frontiere e sull’integrità territoriale. Si necessita di dibattere al riguardo pervia di un fatto preoccupante, ovvero il recente sfollamento di massa degli armeni del Karabakh.

Il Consiglio europeo invita l’Unione continuerà a fornire assistenza umanitaria e di protezione civile all’Armenia. In questo momento di tensione i rifugiati devono essere liberi di esercitare il loro diritto al ritorno, senza alcuna condizione e con un monitoraggio internazionale. Ovviamente anche nel dovuto rispetto della loro storia, cultura e dei diritti umani. Il Consiglio europeo segue la situazione e incoraggia entrambe le parti a riprendere rapidamente il processo di normalizzazione a Bruxelles.

Oltre a Ucraina e Palestina: il Sahel e il Niger

Parliamo infine del Sahel. Il Consiglio europeo sta per procedere verso una discussione strategica sulla situazione nel Sahel, per il continuo deterioramento della sicurezza nel nella zona e l’instabilità politica. Il Consiglio europeo sottolinea che la stabilità del Sahel e della regione più ampia, compresi gli Stati costieri limitrofi, è fondamentale. Si tratta di una questione cruciale per la sicurezza e la prosperità dell’Unione Europea.

Per questo l’Unione continuerà a impegnarsi con i principali partner e organizzazioni regionali, in particolare l’Ecowas. Ultimo ma non per importanza, il Consiglio europeo dovrebbe chiedere il rilascio immediato del presidente Bazoum e della sua famiglia, dopo il colpo di Stato in Niger che lo vede destituito da questa estate.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine