Putin farà marcia indietro, o no? Crescono sempre di più le tensioni nell’Ucraina orientale e aumentano di pari passo i timori occidentali di un’invasione russa e di una nuova guerra in Europa, con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden che si dice “convinto” che il presidente russo Vladimir Putin abbia preso la decisione di invadere.

Una Terza guerra mondiale è dunque all’orizzonte? Troppo presto ancora per dirlo, ma gli interessi in ballo sono tantissimi.

Secondo le stime Usa, le truppe russe pronte a scendere in campo sarebbero composte da qualcosa come 190mila unità. La Russia prevede anche di organizzare esercitazioni militari, inclusi lanci multipli di prova di missili balistici intercontinentali e missili da crociera in una vasta dimostrazione di potenza militare.

Russia pronta a invadere l’Ucraina?

Mentre Washington e Bruxelles proseguono nel loro delicatissimo tentativo di portare avanti una strategia diplomatica all’insegna della deterrenza, offrendo di continuare a parlare con il Cremlino e minacciando pesanti sanzioni in caso di invasione, i Paesi della NATO temono che l’est Europa, così instabile e teatro di intensi bombardamenti negli ultimi giorni e ordini di evacuazione dei civili, possa essere un nuovo punto critico nella loro più tesa situazione di stallo con la Russia, che ormai dura dalla Guerra Fredda: questo è un elemento chiave che potrebbe fornire a Mosca un reale pretesto per invadere l’Ucraina.

Cosa succederà se Mosca invaderà davvero Kiev? Una risposta “rapida, severa e unita” ha ribadito la vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris, che ha anticipato costi economici “significativi e senza precedenti” per la Russia di Putin. “Alle parole russe non corrispondono i fatti”, ha sottolineato nel suo intervento alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, durante la quale ha ribadito che “i confini nazionali non dovrebbero essere cambiati con la forza”.

Oggi gli Stati Uniti e i suoi alleati “sono più vicini che mai” e il loro obiettivo è “chiaro” dice: “Siamo sempre più fiduciosi nella nostra visione. La nostra forza non deve essere sottostimata, perché risiede nella nostra unità. Come abbiamo sempre dimostrato, ci vuole più forza per costruire qualcosa di quanta ce ne voglia per distruggerla”

Gli Stati Uniti hanno un asso nella manica, tra gli altri: una delle opzioni finanziarie più dolorose disponibili per punire la Russia se invaderà l’Ucraina, ha detto ai giornalisti il ​​vicedirettore del Consiglio economico nazionale Daleep Singh in un briefing alla Casa Bianca.

Quale? L’allontanamento della Russia dal sistema finanziario SWIFT, che muove denaro in tutto il mondo, e che sarebbe uno dei passi più dannosi che gli Stati Uniti potrebbero intraprendere contro l’economia russa. Una soluzione però osteggiata da alcuni alleati europei per il danno di ricaduta che causerebbe anche alle loro economie, quella italiana compresa.

In un momento di già altissimi prezzi del petrolio e del gas, anche gli Stati Uniti vorrebbero evitare di bloccare i rifornimenti dei mercati globali con energia russa.

L’Italia, che dipende fortemente dal gas russo, ha spinto affinché l’energia sia tenuta fuori da ogni sanzione. Il premier Mario Draghi, che ha appena varato proprio un decreto sull’energia contro il caro-bollette, ha detto ai giornalisti di aver esposto il punto di vista del suo governo in una riunione del Consiglio europeo a Bruxelles.