Se dovessimo pensare a Courtney Love, ci viene immediatamente in mente la “dolce” metà di Kurt Cobain, il giovane suicida dei Nirvana che ha segnato per sempre la storia dell’alternative rock. Una storia d’amore, quella dei due, che ha partecipato all’innalzare l’amore tossico all’interno della catena dei desideri giovanili. Ma Courtney Love non ha stabilito canoni e convenzioni solo per quanto riguarda la sua storia d’amore. Amata e odiata dalla scena sociale, Courtney Love è stata uno dei personaggi più complessi della scena culturale degli anni ’90.
Courtney Love e le Hole
Difficilmente le persone pensano a Courtney come la leader delle Hole, il gruppo rock-punk femminile che ha rivoluzionato i termini della figura femminile e delle convenzioni associate.
Le canzoni delle Hole sono testimonianza del potere dell’influenza musicale sullo stato sociale. La band, ha iniziato la massa al quel “female-rock radiofonico” che negli anni successivi ha dettato modelli e strumenti della ribellione adolescenziale.
Non poteva essere altrimenti per Courtney Love, angelica bambina trasformata in un diavolo dai capelli biondi.
Senza peli sulla lingua, Courtney parlava di successo, denaro, bellezza e potere. Una donna affamata di fama e che non si scusava di volere quello che avevano i ragazzi.
Una Barbie ribelle con il potere di urlare.
Il femminismo di terza ondata: le Riot Grrrl
Quello delle Riot Grrrl, conosciuto come movimento musicale, fu prima di tutto un movimento socio-politico degli anni Novanta. Il tema portante era la comprensione dell’imperfezione.
Dal punto di vista politico, le Riot Grrrl hanno imposto il femminismo del futuro: un femminismo incentrato sulla rivendicazione di bisogni di una nuova generazione, a tratti sconvolgenti.
Hanno sfidato l’idea che la femminilità debba essere morbida e delicata e hanno sottolineato che le donne hanno il diritto di essere arrabbiate, ascoltate ed espressive.
Questo femminismo di terza ondata è stato accompagnato dal crunge musicale di molte band femminili degli anni ’90.
Infatti, se l’intento era quello di dichiarare l’eguale necessità di bisogni tra uomo e donna, perché non scegliere di gridarlo con il punk rock, genere dichiaratamente maschile?
Così un gruppo di donne di Olympia, Washington, decise di dare vita ad una “rivolta femminile” contro una società che, a loro avviso, non offriva alcun piacere per le donne.
Courtney love, la finta femminista
Non è difficile immaginare il perché Courtney Love e le Hole siano più volte state associate alle Riot Grrrl.
Una band punk degli anni ’90, che inneggiava a temi scomodi per la comunità maschile, altro non poteva essere che parte delle Riot Girrrl.
Eppure, la nostra Courtney, la leader ribelle, ha circoscritto la possibilità di pretendere un’uguaglianza, solamente ad una cerchia ristretta: le donne bianche cis etero.
L’illusione di una front-woman femminista, si è rapidamente infranta quando è scivolata attraverso le crepe del suo personaggio di finta femminista.
Una femminista coniata dal fatto di essere una donna forte e d’opinione, che non aveva paura ad esigere ciò che voleva. Non una femminista, consapevole della situazione di minoranza, disposta a lottare per chiunque fosse collocato al basso della piramide.
Il problema sorge dunque dall’associazione errata tra donna forte e femminista. Se così fosse allora possiamo affermare che Courtney lo era. Insieme al suo razzismo, la sua transfobia e il suo selezionare.
Martina Capitani
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Ph: Courtney Love – Photo Credits: pinterest.it