La quarta ondata dell’emergenza pandemica da Covid-19 si sta rivelando come la peggiore di tutte. E non solo per la forte incidenza e l’elevata rapidità di diffusione che la variante Omicron ha dimostrato di possedere. Ma anche (se non soprattutto) per l’organizzazione caotica e le gravi carenze con cui il Governo spera di poter garantire una risposta efficace. ASL (quasi) inesistenti, forza lavoro specializzata insufficiente, tamponi introvabili o venduti a prezzi esorbitanti, regole che cambiano puntualmente di giorno in giorno e auto-sorveglianze approssimative. È questo lo scenario con cui l’Italia ha a che fare dall’inizio del nuovo anno. E purtroppo, a risentirne maggiormente, sono sempre i più giovani. In particolare, il settore scolastico deve far fronte ad una crisi senza precedenti, a causa dell’assenza di personale per via del contagio e della gestione problematica delle quarantene nelle classi.
Per questo motivo, attraverso una nota diffusa dall’Ansa, il Presidente dell’ANP Antonello Giannelli ha lanciato un allarme affinché l’esecutivo possa intervenire e porre rimedio ad una situazione che sta diventando, a detta dei diretti interessati, assolutamente insostenibile.
Le regole teoriche e la mancanza di strumenti pratici per applicarli in tempo di Covid
Nelle scorse settimane il Presidente del Consiglio Mario Draghi aveva espresso la volontà di mantenere l’Italia aperta. E a dare prova delle sue intenzioni, in vista un’auspicabile ritorno a quella normalità post Covid che sembra essere ancora molto lontana, ci hanno pensato gli ultimi Dpm entrati in vigore. Non sono previste nuove chiusure, specialmente per i vaccinati. E in quest’ottica, naturalmente, anche le strutture scolastiche devono rimanere aperte. Peccato solo, però, che per quanto si possa ritenere giusto un tale principio (che al momento rimane puramente teorico), non ci siano gli strumenti adatti per poterlo mettere in pratica.
La gestione delle positività nelle classi risulta essere a dir poco confusionaria. Per ogni 3 positivi un’intera classe, persino se composta da vaccinati, va in quarantena. E di conseguenza, riporta a gli studenti e gli insegnanti ad interfacciarsi con la didattica a distanza. I controllo effettuati dai docenti e dal personale ATA, per sopperire alle mancanze del sistema sanitario, non permettono di svolgere quelle che dovrebbero essere le loro regolari attività e per gli stessi alunni c’è più da perdere che da guadagnare da una condizione del genere. A tal proposito, il Presidente dell’ANP Giannelli ha indirizzato una missiva ai rappresentati del Paese affinché venga effettuata una semplificazione delle norme attualmente poste in essere. In particolare, fa sapere l’Ansa, scrive che:
“[…] I dirigenti e i loro collaboratori non riescono più a occuparsi di questioni scolastiche ma esclusivamente di problemi sanitari e parasanitari. […] I dirigenti sono sottoposti a una pressione psicologica senza precedenti anche da parte dei genitori che chiedono loro conto della farraginosità della procedura e dell’inerzia delle ASL. Genitori che, nella maggior parte dei casi, sarebbero impossibilitati a lavorare se la scuola non ammettesse i loro figli alle lezioni in presenza. Con le conseguenze che possiamo immaginare sul piano sociale ed economico“.
Infine, ha ribadito la disponibilità dei presidi a collaborare con le istituzioni, purché si faccia un intervento immediato.
La risposta del Ministero della Salute e le rassicurazioni di Bianchi
Dal canto suo, il Ministero della Salute ha prontamente risposto alle preoccupazioni dei settori coinvolti. Il sottosegretario, difatti, ha fatto sapere una modifica dei regolamenti ci sarà. Tuttavia, solo quando la percentuale di bambini vaccinati crescerà. E dello stesso pare è parso il Ministro dell’Istruzione Bianchi, il quale ha cercato di rassicurare promettendo un aiuto nelle prossime settimane.
Scritto da Diego Lanuto.
Per rimanere aggiornato sulle ultime news, seguici su: Facebook, Instagram, Twitter.